Quando il mercato delle colture tradizionali è al collasso, è necessario differenziare, magari percorrendo settori di nicchia, che però possono diventare anche molto redditizi. Serve soltanto coraggio e intraprendenza. E’ ciò che contraddistingue il sogno dai sapori speziati di Celestino Di Corato e Cosimo Caputo, uno la “mente” e l’altro il “braccio” di un progetto davvero singolare (pochissimi i casi analoghi in provincia), nato da qualche anno nell’agro di Stornarella. Da tre anni a questa parte, infatti, i due amici e soci, hanno deciso di dedicarsi alla produzione e alla commercializzazione dello zafferano, nella piccola tenuta di Contrada Lagnanello, tra Stornarella e Borgo Libertà. La loro scelta ha sollevato molto interesse nel circondario, tant’è che negli scorsi giorni, ci sono stati dei contatti con i vertici di Eataly, la catena di punti vendita di Oscar Farinetti. Non si arriva per caso a fare una scelta di vita del genere e la storia dei due soci è contrassegnata da decisioni coraggiose e inusuali. Per quanto riguarda Celestino, dopo essersi laureato a Milano nel 2010, decide di prendersi un anno sabbatico e di girare l’Italia alla scoperta delle colture alternative. Una volta giunto a l’Aquila, insieme al suo amico Cosimo, si fa impressionare dalla coltivazione dello zafferano e decide di comprare dei bulbi da un produttore locale, che gli aveva fermamente sconsigliato di coltivare questo prodotto, nelle terre del sud Italia. A breve però si sarebbe ricreduto. Dopo aver concluso il loro tour, i due decidono di tornare nella loro terra natìa, nella casa che fu del bisnonno di Celestino. Nasce così l’azienda agricola “Il Tavoliere”, inizialmente dedita anche alla raccolta delle lumache ma, negli ultimi anni, incentrata solo ed esclusivamente sulla produzione di zafferano. Oggi, in poco meno di 2000 m², i due soci riescono a produrre quasi 30.000 fiori, con una quantità che ogni anno è destinata ad aumentare. “Lo zafferano – così come ci spiega Celestino Di Corato – è un bulbo che ogni anno si autoriproduce. Dal bulbo madre, infatti, ne nascono altri due e così via, senza alcun lavoro particolare da fare”. “Per di più – precisa Cosimo Caputo – non ha bisogno di particolari trattamenti e il lavoro da fare sulla pianta è faticoso, ma è ben limitato ad un certo periodo di tempo”. Infatti, la pianta entra in stasi vegetativa nel periodo estivo compreso tra giugno e settembre. Nei primi giorni d’ottobre, dal bulbo si originano 2 o 3 spate di colore bianco, rivestite da un rigido strato di tuniche. Dalle spate fuoriuscite dal terreno escono dei mazzetti di circa 10 foglie, dalle quali, alla fine del mese, spuntano i primi fiori. L’attività vegetativa rallenta durante l’inverno per poi riprendere alla fine di marzo quando la pianta genera i nuovi bulbi. Da maggio le foglie cominciano gradatamente a essiccarsi e a giugno i nuovi bulbi entrano di nuovo in stasi vegetativa. I due soci, dopo la raccolta, iniziano la fase della mondanatura, ossia il processo mediante il quale si tolgono i tepali e si selezionano i pistilli che poi vengono fatti essiccare e danno vita alla tradizionale spezia che i due provvederanno ad abbinare ad un degno packaging. “Dopo aver confezionato il prodotto in astucci o in vasetti – ci spiega Celestino – poi ci dedichiamo alla ricerca dei possibili acquirenti. Attualmente vendiamo solo in zona il nostro prodotto. Nello specifico, abbiamo delle richieste direttamente dai consumatori locali, da alcuni negozi alimentari di Stornarella e da cantine che producono piccole quote di vino speziato. Lo zafferano però è anche molto utilizzato per i dolci, per questo motivo speriamo di ampliare i nostri contatti anche con le pasticcerie locali che per il momento privilegiano dei coloranti chimici e non lo zafferano naturale”. I nuovi progetti non mancano di certo nella mente dei due giovani intraprendenti stornarellesi. Il primo obiettivo sarà quello di aumentare la produzione che oggi si attesta intorno ai 250g all’anno, per poter così guardare anche ai mercati al di fuori dei confini della piccola cittadina dei Cinque Reali Siti. Per fare questo, si sta lavorando ad attente e nuove strategie di marketing, nello specifico di ciò che concerne la presentazione del prodotto. Sono pronte infatti le nuove confezioni monouso da 0,1 g, che già stanno ottenendo i favori degli acquirenti di elitè (i prezzi vanno dai 18 ai 20 euro al grammo) che si interfacciano all’azienda. “Per il futuro – conclude Cosimo – stiamo provando a sondare il terreno per la coltivazione del peperoncino e di altre spezie. Vogliamo far diventare Stornarella un centro riconosciuto per questo tipo di colture. Le idee non ci mancano e il coraggio neanche”. Nel frattempo però, tra un progetto e un altro, nella piccola masseria nell’agro di Stornarella, è sempre ora di un buon risotto allo zafferano.

Francesco Gasbarro

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