I rintocchi del campanile scandiscono le ore di un’altra giornata in Piazza della Repubblica a Stornara, il piccolo centro dei Cinque Reali Siti, situato a metà strada tra Cerignola e Foggia. Negli occhi dei tanti che si intrattengono nella bella cornice completamente pedonalizzata, vi è la consapevolezza di quanto, negli scorsi giorni, è stato confermato dai dati del Ministero dell’Economia e Finanza, rielaborati da Twig, la start up di studi economici a stretto contatto con l’Università degli Studi di Firenze. Le risultanze di questa verifica hanno portato alla pubblicazione di una particolare classifica dei redditi pro capite di tutti gli oltre 8000 comuni italiani. I valori ottenuti sono stati misurati in base all’imponibile medio dichiarato al fisco, in relazione all’anno 2014. In base a questa tabella, diffusa anche dalle maggiori testate giornalistiche nazionali, figurerebbero nella “last 20” dei comuni con i redditi più bassi anche due centri della Provincia di Foggia. Si tratta di Roseto Valfortore (con € 7.998 di reddito pro capite) e appunto di Stornara, il piccolo centro a vocazione agricola che risulta avere un reddito medio di € 8654, misurato sugli oltre 5000 abitanti registrati. Il dato è importante e fa riflettere anche se comunque va considerato con le dovute precauzioni del caso. Di fatti, essendo basato sulle dichiarazioni dei redditi, potrebbe contenere alcune storture derivanti dalle omissioni dichiarative e dai possibili tentativi di evasione fiscale. Le risultanze della ricerca stupiscono anche a fronte del fatto che, negli ultimi anni, visto dall’esterno, il centro stornarese sia sempre apparso come un primus inter pares all’interno del comprensorio dei comuni limitrofi, anche e soprattutto in virtù del grande fervore che caratterizza il piccolo paese nel periodo estivo, con eventi di intrattenimento assolutamente di primo livello che attirano curiosi da tutta la Puglia. Per comprendere la realtà delle cose, abbiamo provato ad estrarre alcune tessere dal mosaico sociale di questo piccolo centro abitato, dove vecchie generazioni si mescolano ai tanti immigrati (regolari e non) e ai pochi giovani che hanno deciso di restare. Al di là dei più facili e ovvi populismi, alcuni passanti hanno provato a descrivere i tratti dell’economia locale. “Qui a Stornara – ci spiega un anziano, davanti ad un bar – siamo lentamente destinati al declino. La situazione più grave riguarda i giovani, quasi tutti disoccupati. Gli stranieri hanno monopolizzato il lavoro nelle campagne e questo va a svantaggio anche di coloro che hanno voglia di fare. Inoltre, il lavoro sommerso è la prassi da queste parti e forse questo va ad incidere sul dato del Ministero”. La possibilità di fornire una visione d’insieme di quello che è stato e di quello che sarà, è sicuramente nelle facoltà dell’attuale Amministrazione Comunale, insediatasi nel maggio del 2012, e del primo cittadino Rocco Calamita che ha appreso con notevole stupore i parametri diffusi dal MEF: “La condizione reddituale dei nuclei familiari di Stornara – afferma Calamita – non è tanto peggiore di quella che caratterizza gli altri centri del sud Italia. Anzi, ci tengo a precisare che nel nostro paese sono presenti alcune realtà imprenditoriali molto ben avviate che creano economia e posti sul lavoro per i cittadini della zona”. Il riferimento del primo cittadino è soprattutto rivolto alla Nicar, l’azienda di trasporti e spedizioni con sede in via Amatore Sciesa, a La Prima Srl e alle tante aziende ortofrutticole della zona, ultimi baluardi dell’imprenditorialità che prova a farcela, come la Nappi, la Capolongo e quella dei fratelli Giuliani, senza dimenticare l’attività della Cantina Apulia, nata nel 1983 e specializzata nella trasformazione dell’uva di Troia, qualità autoctona molto apprezzata. La vite, le verdure e gli ortaggi sono le colture tipiche della zona anche se, percorrendo la strada provinciale 83 in direzione Orta Nova, si scorgono, sui lati delle carreggiate, numerosi cartelli che indicano dei terreni agricoli in vendita. Un indice di un malessere che parte dal basso, dal settore che senza ombra di dubbio dovrebbe essere quello trainante dell’economia locale. Stornara però, anche se in ritardo rispetto alle tendenze macro economiche, negli ultimi anni ha avviato un percorso di sviluppo del settore secondario e di quello dei servizi, soprattutto nell’ambito della ristorazione, con locali, pub e caffè che si moltiplicano a vista d’occhio. “A fine aprile – ci spiega ancora il primo cittadino – consegneremo alla città la nuova zona Pip, che abbiamo predisposto con tutte le utenze per consentire l’insediamento delle ditte che vorranno investire sul nostro territorio. Già adesso abbiamo avuto le prime risposte da parte di alcune importanti realtà imprenditoriali nazionali che si sono dimostrate disponibili e con le quali siamo attualmente in trattativa. Questa potrebbe essere la giusta risposta ai dati che arrivano da questo studio di settore”. In attesa degli ulteriori sviluppi, con l’arrivo della bella stagione, Stornara si prepara a vestire il suo abito migliore e a riporre nelle rimesse, almeno per un po’, gli attrezzi del lavoro e le annesse preoccupazioni che ne derivano. Già da alcuni mesi prima della festa di San Rocco, il santo patrono del paese, inizia l’attesa per la settimana ricca di eventi che, come tutti gli anni, si tiene a metà agosto. Da alcuni anni a questa parte, il centro dei Cinque Reali Siti organizza lo Stornarap, il contest di musica hip-hop che poi si conclude con la partecipazione di un’ospite di rilievo. L’evento, che il Comune finanzia in collaborazione con l’agenzia privata CS Consulting, ha già visto la partecipazione di artisti come j-Ax, 99 posse, e Clementino, e anche per quest’anno prevederà un ulteriore nome di primo piano. La kermesse canora, insieme alla Notte Bianca e ad altre iniziative, ha consentito al comune di Stornara di attivare una partnership con l’AICCRE, rientrando così nel circuito delle città più virtuose per l’organizzazione degli eventi nel sud Italia. “La scorsa estate – ci spiega l’assessore alle politiche sociali, Roberto Nigro – abbiamo attirato a Stornara ben 100.000 turisti da tutta l’Italia, con un notevole ritorno economico per gli esercizi commerciali del paese. Gli stessi, nel periodo estivo, hanno assunto ben 60 ragazzi per potenziare il personale e far fronte all’afflusso turistico. Purtroppo la povertà strutturale rimane ma, con questi eventi, stiamo cercando di attirare l’attenzione mediatica per ulteriori e futuri benefici. Con il mio assessorato – continua – quest’anno abbiamo investito € 20.000 in voucher per i lavori socialmente utili da assegnare ai cittadini meno abbienti. E’ una goccia nell’oceano ma nel nostro piccolo stiamo cercando di aiutare la povera gente, considerando che il nostro Comune esce da una fase delicata per i bilanci, dopo aver scongiurato il rischio dissesto. Anche a livello personale, noi amministratori cerchiamo di dare una mano alle tante persone che puntualmente ci richiedono un aiuto o un posto di lavoro. Ma noi siamo un ente amministrativo, non siamo un ufficio di collocamento”. Finita la festa, gabbato il santo, tutto torna alla normalità, sempre se nel concetto di “normalità” si contempla un gran numero di giovani che affollano i bar dalle prime luci del mattino, un po’ per lassismo e un po’ per mancanza di opportunità di lavoro. I dati si sa, sono freddi, e a volte lasciano il tempo che trovano. Per questo abbiamo provato ad addentrarci nell’unico sportello bancario del paese, per domandare delucidazioni a riguardo della situazione dell’economia reale, attraverso il parere di chi, con i dati, ci lavora. “Poiché mi sono insediata da poco in questo incarico – ci spiega il direttore della filiale del Banco di Napoli di Stornara, Adriana Piemontese – non posso avere una memoria storica della condizione economica di questo paese. Quello che posso rilevare da ciò che mi risulta attualmente, non è comunque incoraggiante. Continuamente dobbiamo registrare le richieste di persone che da poco hanno perso il lavoro e che si trovano in difficoltà nel pagamento dei mutui. Tanti cittadini di Stornara pagano i loro debiti con i sussidi e ciò fa capire bene quanto la situazione sia delicata. Per quanto riguarda i nostri clienti, abbiamo tante insolvenze che ci costringono ad attivare percorsi di riscossione coattiva. Il dato che però giunge dal Ministero necessita sicuramente di alcune precisazioni, poiché, per ciò che riguarda le piccole aziende agricole a conduzione familiare, ci sono dei particolari parametri per la dichiarazione dei redditi che potrebbero contribuire una descrizione più grave dello stato effettivo delle cose”. Una volta usciti dagli uffici bancari, si notano ancora i danni che, una settimana fa, sono stati causati dalla deflagrazione di un ordigno. Alcuni malviventi, in questo modo, sono riusciti a portare via delle somme di denaro dal bancomat esterno. Naturalmente, seppur impossibile da giustificare, la delinquenza si radica e fa il gioco facile in un humus di povertà che si allarga inesorabilmente. Eppure, a prescindere dal corollario di negatività che si affacciano sul futuro di questo piccolo centro, passando davanti al “dopolavoro”, la storica sala di ritrovo per giovani e adulti, situata sull’arteria principale del paese, i sorrisi non mancano mai; manca il lavoro, quello si, a conferma dei freddi numeri dei dicasteri romani.

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