Tante lacune e nessuna traccia dei Comuni dei Reali Siti nell’elenco degli interventi finanziati dal Patto per la Puglia. La serata conclusiva della Settimana della Cultura di Orta Nova, per approfondire queste carenze, è stata dedicata ad un dibattito sul futuro dell’Unione dei Cinque Reali Siti, l’ente sovracomunale fondato nel dicembre del 2008 e, da diversi anni, impantanato nelle sabbie mobili di un’impasse burocratico- amministrativa.

Al tavolo dei relatori, situato all’interno del Palazzo Ex Gesuitico, erano presenti quasi tutti i sindaci dei comuni che fanno parte dell’ente al centro della discussione nell’appuntamento dello scorso 18 settembre. C’erano Gerardo Tarantino, sindaco di Orta Nova; Massimo Colia, sindaco di Stornarella; Serafina Stella, sindaco di Ordona; Rocco Calamita, sindaco di Stornara e presidente dell’Unione. Assente invece, il sindaco di Carapelle, Remo Capuozzo che, sebbene fosse stato invitato, non ha voluto neanche inviare un suo delegato in rappresentanza. Segno del fatto che la discussione sia quanto mai utile a rilanciare un progetto partito da lontano, dagli ultimi anni ’80, che ha visto tra gli artefici alcuni “padri costituenti” presenti al palazzo Ex gesuitico: Franco Luce da Stornarella e Alfonso Palomba, ex sindaco di Carapelle e primo presidente dell’Unione. Oltre all’attuale presidente del consiglio dell’ente, Pasquale Ruscitto, era presente anche l’avvocato Vincenzo Sarcone, sindaco di Ascoli Satriano, non a caso invitato dall’organizzatore dell’evento, Annito Di Pietro, che così ha introdotto il dibattito: “E’ un mio vecchio pallino – ha raccontato l’Editore de L’Ortese – quello di aggregare in questa comunità anche il comune rappresentato da Sarcone. Spero che questa sia l’occasione per iniziare un percorso comune, fino all’allargamento dell’Unione a sei comuni”.  

La parte “tecnica” del dibattito è stata curata dalla professoressa dell’Istituto “Adriano Olivetti” di Orta Nova, Nunzia Roccotelli, la quale, in qualità di insegnante di diritto, ha posto in rassegna tutte le criticità dell’attuale Statuto, proponendo una serie di emendamenti per rimettere in funzione l’Unione. “Non esistono regole buone e regole cattive – ha spiegato la professoressa – ma esiste la possibilità di condividere o non condividere un progetto comune e delle finalità convergenti. Detto ciò, ritengo che sia necessario apportare delle modifiche agli articoli 8 e 9, quelli che assegnano alcune funzioni amministrative dei comuni all’ente dell’Unione, senza specificare quali e in che misura”.

img_2472Nel corso degli anni, infatti, le competenze delocalizzate, come la gestione del randagismo e la viabilità, hanno comunque comportato l’intervento autonomo dei singoli comuni. Snellimento del numero dei consiglieri e maggior durata della presidenza; queste le altre proposte mosse dalla professoressa. Dal dibattito, oltre agli interventi statutari per l’auspicato rilancio, sono emersi anche alcuni progetti da porre in essere fin da subito, come l’istituzione della Denominazione Unica dei prodotti agroalimentari dei Cinque Reali Siti, sulla quale ha riferito l’assessore all’agricoltura del Comune di Orta Nova, Alessandro Paglialonga; e la riqualificazione del tratturello regio che termina nei pressi degli scavi di Herdonia, così come ha sottolineato Rocco Calamita.

“Al giorno d’oggi – ha affermato il sindaco di Stornara – è necessario pensare alla pratica più che alla teoria. Più volte ho ribadito il fatto come il mio incarico di presidente dell’Unione sia non tanto per merito ma soltanto per adempiere allo statuto, tant’è che ho impiegato diversi mesi soltanto per formare la mia squadra di collaboratori, per iniziare a realizzare il programma”.

Ha preso appunti, con una certa attenzione, il sindaco di Ascoli che poi, durante il suo breve intervento, ha rimarcato le comuni origini storiche delle sei comunità, in virtù delle quali ha ribadito la sua disponibilità a intraprendere un percorso comune verso l’adesione del comune del subappennino.

Interessanti anche gli spunti offerti dai sindaci di Stornarella e Ordona. Massimo Colia ha sottolineato come la farraginosità della macchina amministrativa sia anche determinata dal fatto che ai dipendenti comunali, già oberati di lavoro in seno ai loro municipi di appartenenza, non venga riconosciuto un compenso economico per i servizi che prestano all’Unione. Fiducia da parte di Serafina Stella, nel definire l’Unione come “una possibilità di rilancio anche per il sito archeologico di Herdonia” e nel rimarcare l’esperienza appena avviata della Centrale Unica di Committenza, alla quale, per il momento, hanno aderito soltanto altri due comuni della circoscrizione.

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