“We are Ladies and Gentlemen, serving Ladies and Gentlemen”. E’ il motto del Ritz Carlton Hotel ma è anche il mantra di  Matteo Gaeta, classe 1989 nato e cresciuto ad Orta Nova, scopritore di professione e non solo per diletto. E’ il suo mestiere che lo ha portato in diverse occasioni a recarsi fuori dai confini nazionali per dirigere i lavori di accoglienza in alcuni tra i più importanti ristoranti al mondo. Oggi si fa apprezzare come assistant manager, sommelier e direttore di sala nelle cornici più suggestive ed eleganti della ristorazione mondiale.

Ebbene, si possono avere dei sogni più alti del 102esimo piano del Ritz-Carlton di Hong Kong? Per Matteo è un obbligo continuare a sognare, mettendo da parte la supponenza da upper class, nonostante lo strabiliante lusso del suo attuale luogo di lavoro lasci senza fiato decine di visitatori tra i più importanti personaggi della finanza e dell’imprenditoria mondiale. Il rapporto con gli “ospiti” – come vanno insindacabilmente chiamati i clienti – è diventato per lui quasi una scienza, un continuo gioco di empatie e linguaggi del corpo decifrati dopo anni di “esperimenti” a stretto contatto con persone di diversi continenti e culture. “Non esistono dei corsi che insegnino le tecniche di intesa con le persone che si incontrano sulla propria strada”. Eppure la vocazione da maître è partita da lontano, da quel centro della Capitanata che gli ha dato tanto dal punto di vista degli affetti e della motivazione.

“Ho iniziato questo percorso sin da bambino – spiega Gaeta – seguendo l’esempio di mio fratello Angelo. In parrocchia, poi, ho scoperto il valore del mettersi a servizio delle persone e da lì ho iniziato a ricercare delle opportunità per esprimermi in questo senso anche dal punto di vista lavorativo”.

Le prime esperienze nel settore sono state caratterizzate da delle collaborazioni stagionali e da turni impressionanti di lavoro come semplice cameriere. La gavetta è iniziata dalle stagioni estive negli hotel del Trentino Alto Adige, dove Matteo ha incontrato Simone Gazzoli, direttore dell’Hotel Grifone di Corvara, “un mentore dell’ospitalità che mi ha consigliato tante cose e mi ha obbligato a pensare in grande”.

Da qui, di punto in bianco, ha deciso di partire alla volta del Regno Unito dove, nonostante inizialmente non conoscesse bene la lingua, ha comunque trovato un lavoro  in un piccolo ristorante, così come hanno fatto tanti emigrati italiani negli ultimi anni. In questo modo è entrato a far parte della famiglia dei Tamburrino’s, in un cafè-restaurant nel South West, a pochi chilometri da Stonehenge.

“La prima parola in inglese che ho imparato è stata ‘blitch’ (ndr. Candeggina)” – ricorda Matteo – “perché vivevo in una casa angusta messa a disposizione dal mio titolare e vi assicuro che era tutt’altro che pulita! Poi piano piano ho iniziato a tessere dei rapporti fino a quando, nel giro di pochi mesi, ho preso dimestichezza con la lingua”.

Ogni viaggio per Matteo è stato un accrescere le proprie competenze e il proprio bagaglio di esperienze, consapevole del fatto che avrebbe potuto spenderle in un futuro. Turni estenuanti dalle prime luci dell’alba, chilometri di scale dalle cucine ai tavoli,  con in testa un unico pensiero di rivalsa sociale affidato alle poche righe di un curriculum, presentato all’attenzione della dirigenza del Ritz Hotel di Londra, dopo soltanto 6 mesi di permanenza oltremanica. Quasi insperatamente la sua richiesta è stata accettata e così si è aperto un mondo nuovo, un mondo illuminato dai fasti di una delle catene più apprezzate a livello mondiale.

15007642_10206843215591384_1897079858_o“Eppure non è tutto oro quel che luccica – sottolinea Gaeta – non è facile affermarsi a certi livelli e mantenere i ritmi. Dopo pochi mesi ottenni la promozione a Chef de Rang e questo per me fu il primo vero upgrade rilevante. Ma nonostante ciò compresi che quello non era il posto che faceva per me, anche se dovevo restarci del tempo”.

Con la voglia di migliorarsi, Matteo torna in Italia e inizia a lavorare per il famoso resort “Borgo Egnazia” a Savelletri di Fasano. Qui ha acquisito una certa consapevolezza del suo ruolo, prendendo parte anche ad alcuni ricevimenti organizzati da personaggi famosi, come ad esempio il matrimonio di Justin Timberlake. “Ma i vip non vanno infastiditi con le foto, è una questione di serietà che serve a garantire loro un certo confort”. Dopodiché un altro repentino cambiamento, questa volta ispirato da uno dei suoi famigliari più cari. Quindi comincia un altro viaggio, un’altra esperienza nelle location da sogno di Sydney, girando in lungo e in largo per la terra dei canguri, fino ad arrivare all’attuale ruolo di prim’ordine nella metropoli dell’ex porto navale britannico, al servizio del prestigioso Ritz Carlton Hotel di Hong Kong (5 stelle assegnate da Forbes), a stretto contatto con chef insigniti di stelle Michelin.

Piatti come opere d’arte, giochi di luci e ambienti esclusivi sono diventati quotidianità per Gaeta, dal suo trasferimento ad Hong Kong. “E’ una delle città più costose al mondo” – racconta Gaeta.  I cinesi apprezzano tantissimo il cibo italiano e se dimostri di saperli valorizzare e di saperli conoscere, loro in cambio ti danno tutto. Mi trovo molto bene ma non nego che non sia affatto facile vivere così lontano da casa”. Ma quali sono i suoi sogni dal grattacielo più alto di Hong Kong? “Un giorno vorrei diventare general manager di un hotel” – conclude Gaeta. “Ma per adesso mi accontento della mia vita. Non si tratta soltanto di soldi, perché non c’è prezzo nel vedere le persone felici ed appagate”.

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