Nel corso dell’ultimo consiglio comunale di Orta Nova, l’assemblea ha provveduto all’approvazione del regolamento unico di ambito per l’affido famigliare. Un disciplinare che permetterà all’ente locale di aggregarsi agli altri comuni dell’ambito (con Cerignola capofila) al fine di irreggimentare un settore di forte disagio per i minori, che fino ad oggi era stato gestito senza dei punti ben definiti, così come vuole la normativa vigente.

A relazionare il punto, dai banchi del consiglio comunale ortese, vi era l’assessore ai servizi sociali, Antonella Di Stasio (in foto) che ha così commentato l’approvazione del regolamento:

L’affido familiare – spiega – è un provvedimento che si attua nel caso una famiglia non sia in grado di mantenere un minore che abbia da 0 a 18 anni. Valutazioni da parte dei servizi multidisciplinari (psicologa, assistente sociale ecc.) territoriali di residenza serviranno a comprendere se sarà il caso che il minore sia affidato o meno. Il minore può subire incurie o violenze dalla famiglia di origine, oppure avere problemi con genitori tossicodipendenti, detenuti o destabilizzati da un punto di vista di armonia, relazioni affettive e pace; oltre a problemi economici. L’affidamento – conclude l’assessore –  può avere una durata massima di 24 mesi, 18 mesi o brevi periodi di 6/8 mesi. Ci può essere affidamento part time qualora la famiglia d’origine sia impossibilitata a sostenere il minore in attività scolastiche od extra scolastiche. La legge ritiene che possano essere affidati minori anche a comunità di carattere pubblico o privato”.

L’affidamento familiare non va confuso con l’adozione dove vengono interrotti i rapporti con la famiglia d’origine. La società trae certo benefici dall’affidamento strappando il minore dall’emarginazione, dalla droga e da qualsiasi comportamento di illegalità tale da compromettere il suo sistema psico fisico. I minori possono essere affidati a famiglie sposate e non sposate che abbiano o meno figli, possibilmente che abbiano strutture non troppo dislocate da casa della famiglia d’origine. La famiglia che vorrà offrire la propria disponibilità all’affido deve farne richiesta ai servizi territoriali del comune di residenza e avere incontri e colloqui con l’assistente sociale. Occorre un periodo di circa quattro mesi per avere un minore in affido.

 

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