Viviamo ormai nell’era del post-umanesimo. Il dominio della tecnica e lo sviluppo della tecnologia hanno sancito la nascita di nuovi soggetti biotecnologicamente modificati che, a loro volta, hanno determinato la morte di ciò che una volta si poteva identificare come “anthropos” (uomo). Di conseguenza vi è stata una destabilizzazione dell’uomo dalle questioni politiche. La tecnica a contatto con l’uomo ha, da una parte, rafforzato quella che Micheal Foucault definiva come “biopolitica”, cioè un controllo delle vite dei singoli individui da parte del potere, anche se oggi si potrebbe parlare anche di necropolitica (quindi un controllo delle morti); e dall’altra ha determinato una maggiore mercificazione, da parte del capitalismo avanzato, dell’intera materia vivente presente all’interno del nostro pianeta.

Infatti il capitalismo attraverso il dominio della tecnica è risultato molto più violento tanto da ridurre le differenze tra Bios/zoè (vita qualificata-vita non qualificata). Di conseguenza non solo più la riduzione dell’uomo ad oggetto per sfruttarlo, raggiungendo l’apice dell’inumanità, ma arrivando allo sfruttamento anche di ciò che non è umano. Di fronte a tutto questo anche le parole di Papa Francesco devono essere prese in ascolto. Infatti lo stesso Bergoglio ha affermato che questa economia uccide; che c’è bisogno di un’alternativa all’ideologia capitalista che denigra e degrada la vita di ogni ente presente su questo pianeta. Ma non solo questo.

Stiamo assistendo anche al periodo della post-ideologia. L’indebolimento delle ideologie a partire dagli anni ’90 ha spianato la strada alla vittoria del neo-liberismo caratterizzato dal pensiero unico. Le politiche neo-liberiste che apparentemente non hanno manifestato alcun tipo di carattere inumano, si sono rivelate le più spietate. Hanno inflitto nuovi modi di morire, ecco il senso del termine “necropolitica”. Oggi a causa di questa economia, che lo stesso Papa ha dichiarato insostenibile, si muore ancora di povertà; di fame; di freddo; di malattia; di guerra; di lavoro; di discriminazione. Basti pensare ad esempio alla notizia che circa la metà degli italiani decide di non ricorrere più alle cure per una questione economica; basti pensare alla precarietà e alla disoccupazione che contribuiscono ancora oggi alla morte di tanti, non solo morti “fisiche” ma anche “spirituali”.

L’essenza dell’uomo è il lavoro, se annichilisci la sua essenza, riduci l’uomo a nuda vita. Lo spogli della sua identità socio-politica e delle sue relazioni specifiche. Dinnanzi a tutto questo: quali sono le alternative? Da una parte si stanno affacciando nel panorama europeo, e non solo, alternative che si rifanno a movimenti ultradestroidi o nazionalisti, basti pensare a Matteo Salvini in Italia o a Le Pen in Francia o a Donald Trump in America. Una risposta totalmente sbagliata che però sta facendo breccia all’interno delle varie masse.

Ma la domanda che sorge spontanea è la seguente: e la sinistra cosa fa? Sembra che la sinistra, almeno in Italia, faccia fatica a comprendere il momento storico in cui ci si ritrova. Non è la presenza di tanti movimenti o partiti a destare preoccupazione (Sinistra Italiana, Possibile, Rifondazione comunista, Verdi, ecc.) ma che nessuno di questi per il momento stia ponendo questioni relative alla centralità dell’uomo, all’istruzione, al lavoro, ai diritti, ecc. Oggi le questioni continuamente dibattute a sinistra vertono sul comprendere se fare o meno l’alleanza con il PD; su chi deve fare il leader; su chi deve fare il segretario. Come mai negli anni ’70 un individuo che viveva male la sua esistenza, avvertiva l’urgenza e la necessità di votare a sinistra e oggi non più? Perché la sinistra ha perso la sua bussola; ha perso il suo fondamento esistenziale. Basti ricordare l’operaio di Monfalcone che alla domanda: “voti ancora a sinistra?” scoppia a piangere e risponde: “come posso votare a sinistra? Oggi non esiste più”.

Oggi la sinistra deve tornare ad interrogarsi e deve tornare a porsi nuovamente gli obiettivi per cui storicamente è nata. In quanto se non deciderà di riprendersi quelle lotte, e non deciderà di tornare a rappresentare chi oggi non ha più speranze, lo farà tranquillamente la destra. Visto che le masse troveranno punti di riferimento all’interno di essa. E quindi fenomeni come quelli di Trump, Salvini, Le Pen, ecc. saranno solo un inizio.

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