Una vera e propria rivoluzione quella che Legambiente ha richiesto ai comuni pugliesi in merito alla gestione dei Rifiuti urbani. Le direttive europee segnano i target minimi, lo Stato centrale incalza le periferie del Paese e allora serve un cambio repentino di rotta. L’annuale premiazione dei comuni cosiddetti “ricicloni” ha permesso di individuare quegli enti che si sono distinti per aver raggiunto delle ottime percentuali di RD. Lo step successivo sarà quello di solcare il guado verso il concetto di “Rifiuti Free” (questo sconosciuto in terra di Capitanata) ovvero comunità che oltre ad aver superato il 65% di RD, abbiano anche contenuto la produzione pro capite di secco residuo al di sotto del 75 kg/anno/abitante.

Su questi parametri, all’annuale conferenza dell’associazione ambientalista sono stati soltanto 2 i comuni della Capitanata che hanno soddisfatto i nuovi requisiti nel corso dell’ultimo anno solare. Sono Roseto ValfortoreMotta Montecorvino, rispettivamente con il 63,91% e il 65,46% di secco residuo pro capite prodotto. Per Roseto Valfortore anche le percentuali di raccolta differenziata (70%) hanno fatto segnare quasi un record a livello regionale.

Nel circuito dei Comuni “ricicloni”, invece, entrano a far parte anche altri centri della provincia di Foggia. Si tratta di San Marco La Catola e Serracapriola che ottengono delle percentuali per la prima volta sopra il 60%. Una menzione speciale è stata spesa per quei comuni che hanno attuato delle misure innovative per incentivare le buone pratiche sul riuso. Tra i “teniamoli d’occhio” ci sono Anzano, Monteleone di Puglia e Biccari, quest’ultimo inserito grazie alla trovata della Boutique dei Rifiuti ideata dal sindaco Gianfilippo Mignogna.

I premi sono stati consegnati a Bari, lo scorso 10 febbraio durante la presentazione, del Rapporto Comuni Ricicloni Puglia 2016 a cui hanno partecipato Francesco Tarantini, presidente di Legambiente Puglia, Antonio Decaro, presidente ANCI, Domenico Santorsola, assessore alla Qualità dell’Ambiente della Regione Puglia, Gianfranco Grandaliano, commissario ad Acta Agenzia territoriale della Regione Puglia per il Servizio di gestione dei rifiuti e Giorgio Zampetti, responsabile scientifico di Legambiente.

Nessuna nota d’onore per i comuni del comprensorio dei Cinque Reali Siti così come per tutti quelli che fanno parte del Consorzio d’Igiene FG/4. Anzi, alcuni comuni serviti dall’azienda SIA sono stati inseriti nella classifica degli “Indifferenti” ovvero tra coloro che nei primi dieci mesi del 2016, oltre a non aver raggiunto il 10% di RD, non hanno nemmeno effettuato la registrazione sul portale Rifiuti e Bonifica della Regione Puglia. E tra questi Legambiente annovera anche Cerignola, Stornarella e Ordona. Strana la citazione del comune degli scavi, dove secondo le classifiche regionali per l’individuazione dell’Ecotassa le percentuali di Differenziata erano al di sopra al 40%, ma evidentemente la mancata comunicazione o lo smaltimento indifferenziato hanno portato comunque alla nota dolens di Legambiente.

Nel frattempo un’altra ombra si addensa sulle annose questioni dell’azienda in house gestita dal consorzio dei 9 comuni del Basso Tavoliere. Il Direttore Generale della Sia, Michele Centola, ha rinunciato al suo incarico poco prima dell’approvazione del Bilancio della partecipata. Secondo le prime indiscrezioni pare che questa decisione sia stata determinata dal caos intorno alla Discarica Forcone-Cafiero e alla costruzione del IV lotto, con le indagini ancora in corso da parte dei Carabinieri sulla tentata corruzione. Gestione del personale e difficoltà di bilancio potrebbero essere state le altre motivazioni che hanno portato ad una scelta annunciata come “consensuale”. In aggiunta nessun interno all’organico pare avere i requisiti per ricoprire questo incarico. Nessuno, tranne il tanto criticato Vasciaveo ex DG di Sia.

 
 

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