Diffondiamo integralmente il messaggio pasquale del vescovo della Diocesi Cerignola-Ascoli Satriano, Monsignor Luigi Renna. 

Carissimi fratelli e sorelle,

vi raggiungo nei giorni della Santa Pasqua con il vivo desiderio, paterno e fraterno, che in ogni cuore risuoni l’annuncio che Cristo è Risorto, è vivo, e fa nuova la nostra esistenza. Come vorrei che ciascuno potesse dire di sé: “Quest’anno la Pasqua l’ho vissuta davvero!”. Dopo avervi consegnato, all’inizio della Quaresima, una lettera che vi accompagnasse nel cammino verso il Triduo Santo e anche oltre, vi affido per il giorno della Risurrezione un’immagine e una Parola del Signore Gesù.

CatturaL’immagine è quella di un’artista contemporaneo, Janet Brooks-Gerloff, che ha interpretato, in un’opera che si trova ad Aachen in Germania, l’episodio evangelico di Gesù Risorto che si mette accanto ai discepoli di Emmaus, narrato nel Vangelo secondo Luca. Così inizia il racconto: Ed ecco, in quello stesso giorno due di loro erano in cammino per un villaggio di nome Emmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro (Lc 24,13-15). La scena del dipinto ci presenta i due discepoli e il loro misterioso compagno di viaggio. I due sono raffigurati con un colore scuro, così come erano i loro cuori, oscurati dalla delusione, rassegnati perché avevano perduto il loro Maestro, ucciso a Gerusalemme. Ma Gesù è appena tratteggiato con delle linee, ed è “trasparente”: la pittrice ha voluto ricordarci che i due discepoli non riuscirono a riconoscere che quel misterioso viandante era Gesù. Infine, i tre ci danno le spalle, quasi a invitarci a seguirli, ad entrare nella loro delusione e nella loro conversazione. Miei cari, come somigliamo a quei discepoli! Come loro, a volte “ritorniamo” ad Emmaus, lasciandoci alle spalle l’esperienza di Gerusalemme, che rappresenta il luogo dove il Signore è morto e risorto per noi, in cui ci ha rivelato il Suo Amore.

Anche noi abbiamo le nostre delusioni, ricevute da situazioni, persone, attese rimaste senza risposte! A volte ci sentiamo persino abbandonati da Dio, lasciati soli in sofferenze che ci hanno disorientato. Eppure, lungo la strada delle disillusioni Gesù ci è accanto. Non riusciamo a vederlo, però. Perché? Perché incontrare il Risorto, farci tenere per mano da lui, percorrere nuove strade, richiede un salto di qualità nella fede, l’uscita da una logica in cui noi crediamo di avere sempre ragione…

A questo punto Gesù interviene con il suo dolce rimprovero: Ed egli disse loro: “Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?”. Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: “Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?”. Domandò loro: “Che cosa?”. Gli risposero: “Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi de sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute”. Disse loro: “Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?”. E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui (Lc 24,17-21.25-27).

Gesù che rimprovera! Immagino il suo tono dolce e pacato, persuasivo e toccante, non adirato, né stizzito. Li rimprovera perché non avevano capito che la croce era non la sconfitta di Dio, ma la rivelazione dell’Amore trinitario; che l’annuncio della risurrezione fatto dalle donne non era un vaneggiamento o una favola, ma la testimonianza che il Risorto li attendeva sulla loro stessa strada di delusione, con la sua vittoria fatta di perdono e redenzione da ogni tipo di morte. Anche noi abbiamo bisogno di ascoltare questo rimprovero dolce di Gesù, per “decentrarci”: “…i due discepoli si decentrano da loro stessi e dalla loro visione dei fatti per porre al centro il forestiero e la sua interpretazione” (Goffredo Boselli).

Come vorrei che tutti ci lasciassimo raggiungere da queste parole di Cristo per “fare Pasqua”, e ci “decentrassimo” dal nostro orgoglio, quello che non ci permette mai di chiedere scusa e perdono a familiari e amici. Chiedi perdono a Dio e al fratello, e sarà vera Pasqua! Occorre decentrarsi da una visione della vita dove siamo diventati una sola cosa con le tenebre dell’errore, della sopraffazione, delle azioni poco pulite della malversazione, dello sfruttamento del lavoro, del furto, dello spaccio di droga. Ascoltiamo il Cristo e diciamogli come i due di Emmaus: “Resta con noi, Signore!” (Lc 24,29). Lasciamoci raggiungere dal “dolce rimprovero” che ci annuncia parole di perdono, ci indica una strada diversa da percorrere in famiglia, nella Chiesa, nella società civile, nell’economia e nella politica. In tutte queste realtà, non solo tra le mura di una chiesa, si può sperimentare la forza rivoluzionaria della Pasqua! Alle nostre parrocchie dico: dall’ascolto, nascano nuovi stili di relazioni! E alle famiglie: è tempo di fare Pasqua perdonando errori, distrazioni, sviamenti! Che il “dolce rimprovero” di Gesù Risorto tocchi il cuore di ciascuno, faccia scaturire lacrime liberatrici e sante, susciti l’ardore nuovo di chi sente che solo Gesù Cristo ci dice la verità più profonda della nostra vita, ed è disposto sempre a riportarci sulla strada della speranza! Vi benedico e vi abbraccio! Vivete una Santa Pasqua! Riconciliatevi con Dio e con i fratelli.

Vostro

Luigi Renna Vescovo

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