“Quanto accaduto nel Foggiano non deve meravigliare, perché in quella zona della Puglia da anni si registra un permissivismo inquietante”: è la tesi del segretario generale della Uil di Puglia, Aldo Pugliese, a commento delle dichiarazioni del ministro Minniti e della “risposta durissima” che lo Stato si appresterebbe a dare dopo i quattro morti dei giorni scorsi.

“Il problema non è etichettare la questione – dice Pugliese – ma affrontarla nella maniera giusta. Finora lo Stato ha guardato dall’altra parte, dal momento che quella della mafia, o se volete della faida, del Gargano è una vicenda che ha segnato gli ultimi decenni, al plurale appunto, della provincia di Foggia. Del resto, che Stato e Istituzioni abbiano fatto finta di nulla lo dicono i fatti: quella è la zona dove il caporalato impera, nonostante una legge condivisa che di fatto non ha prodotto alcun risultato; quella è la zona del vergognoso ghetto di Rignano Garganico, che era sotto gli occhi degli stessi che si sono cosparsi il capo di cenere dopo l’incendio che prodotto anche delle vittime”.

E non finisce qui: “Quella è la zona – prosegue Pugliese – in cui il segretario Uil di Ascoli Satriano ha subito in tempi recenti ben due attentati dinamitardi alla sua auto, con tanto di intimidazioni, minacce e vessazioni. Ebbene, ha denunciato tutto, fatto i nomi, ma non accade nulla. Salvo conquistare qualche titolo sui giornali e qualche frase di circostanza in presenza dell’evento. Quella è la zona in cui il delegato Uil di Orta Nova è stato pestato a sangue perché si batte contro illegalità e malaffare. Anche in questo caso, parole e niente altro. Sono tutte facce della stessa medaglia e quindi c’è da chiedersi: perché lo Stato finora non si è accorto di nulla? Servono davvero quattro morti, tra cui due vittime innocenti, per affrontare la realtà?”.

Insomma, la questione è di carattere generale: “Serve un intervento a tutto tondo – conclude Pugliese – che affronti tutte le problematiche aperte nella provincia di Foggia, che non è un angolo sperduto di universo, ma a pieno titolo una parte della Puglia e dell’Italia. Vanno bene i circa 200 rinforzi, ma non sono la soluzione: serve una strategia condivisa, che sia utilizzata nel tempo e che soprattutto dia un segnale di legalità continua e di presenza costante e solida di chiunque rappresenti la parte sana della società”.

 Comunicato Stampa Uil Puglia

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