Ritorno amaro per il Foggia in Serie B. Nonostante la grande prestazione all’Adriatico di Pescara, la formazione rossonera deve arrendersi agli uomini di Zeman a causa di alcuni black out difensivi nel primo e nel secondo tempo. Finisce 5 a 1 con un risultato che non fa onore alla buonissima prestazione della neopromossa, vicina al gol in almeno 8 occasioni a cavallo dei due tempi di gioco.

Pronti via i padroni di casa partono forte, con un pressing asfissiante sui portatori di palla del Foggia. Su un dialogo avventato ai limiti dell’area di rigore, i difensori dei Satanelli perdono la palla e la consegnano a tre attaccanti del Pescara che da soli davanti a Guarna non falliscono. Proietti serve Pettinari che da due passi gonfia la rete: 1-0. Dopo altri guizzi dei Delfini, la partita cambia volto. Entra finalmente in campo il Foggia, con 10 minuti di ritardo e la musica cambia decisamente. Al 16′ un tiro di Fedato, tra i più attivi nei primi 45, sollecita Pigliacelli che però risponde in sicurezza. Le squadre sono molto lunghe già dai primi minuti e ogni capovolgimento di fronte è un’azione da gol. Agnelli, in campo al posto di Vacca, si fa spazio in area avversaria e crossa in mezzo per Deli che non riesce ad indirizzare bene. Classica azione sulla catena di sinistra per il Foggia al 23′. Rubin salta con un sombrero il suo marcatore e fa partire un bolide al volo di sinistro che dà l’illusione del gol. Al 25′ l’arbitro concede un cooling break a causa delle temperature troppo elevate in quel di Pescara. L’interruzione non spezza il forcing del Foggia che continua ad insistere senza trovare la via del gol. L’arbitro ci mette del suo con delle sviste importanti. Al 27′ Coulibaly interviene da dietro su Fedato e il direttore di gara non concede neanche il cartellino giallo. Subito dopo Coda fa un grande anticipo su Mazzeo, deviando in out la traiettorie del cross da destra disegnato da un ispiratissimo Chiricò. Sul finire del primo tempo Fedato va via in velocità sulla sua fascia, semina un avversario e appoggia sulla lunetta per Deli che invece di tirare di prima prova il dribbling sui difensori e perde palla. L’arbitro concede due minuti di recupero prima del duplice fischio.

La ripresa inizia sullo stesso trend. Il Foggia continua a pigiare sull’acceleratore senza trovare la via del gol. Al 5′ della ripresa Chiricò riceve in area, si smarca con un controllo orientato ma tira addosso al portiere del Pescara. Inizia qui la sua personalissima sfida contro Pigliacelli, vinta dal portiere dei Delfini che si improvvisa Piglia-tutto (non a caso uno dei migliori in campo).  All’11esimo minuto il Pescara raddoppia con un’altra disattenzione difensiva. Crescenzi sfonda sulla destra, lasciando sul posto Empereur. Il terzino la mette al centro, dove c’è pronto Pettinari che con un tocco facile beffa Guarna. Il Foggia sprofonda nel baratro del calo di morale. Arrotonda il risultato Benali con un bel tiro su cui Guarna non può nulla. Inizia la girandola dei cambi. Entra Floriano per Fedato, mentre i padroni di casa sostituiscono Del Sole con Mancuso al 31′. Il cambio di Zeman è azzeccatissimo. L’attaccante scuola Milan, appena rientrato da un lungo infortunio si fa imbeccare da Benali e tra due difensori rossoneri (immobili) riesce a girarsi per il 4-0. C’è tempo per arrotondare ancora il risultato. Ci pensa uno straordinario Pettinari che fa tripletta al minuto 81. Azione monstre sulla destra, con un tunnel su un difensore rossonero e un tiro defilatissimo che trafigge Guarna sul suo palo. 5-0 e notte fonda per Stroppa e compagnia che però, subito dopo, trovano almeno il gol della bandiera negli ultimi minuti con Gerbo che trafigge Pigliacelli con un destro da fuori. Finisce così, con una statistica chiave che fa intendere tante cose e può far ben sperare i rossoneri. Nei 90 minuti il Foggia ha tirato 19 volte verso la porta avversario contro le 12 degli avversari che hanno dato 4 gol di differenza. C’è da ripartire subito con un piglio diverso.

Nel prossimo turno il Foggia farà il suo esordio alla Zaccheria con l’Entella. Una buon occasione per fare vedere che l’incidente di Pescara sia stato veramente un giro a vuoto e per dimenticare un risultato così largo.

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