Nella giornata di mercoledì, a distanza di una settimana dall’incendio che ha riguardato il sito archeologico di Faragola, si sono conclusi i lavori di messa in sicurezza delle parti di pregio degli scavi e di rimozione totale di tutte le macerie. A comunicarlo è stato Salvatore Patete, restauratore incaricato dalla Soprintendenza di Foggia e della Bat al fine di aprire un primo fronte di intervento e di prevenire ulteriori danni al patrimonio inestimabile, la cui esistenza è stata attentata da un gesto senza dubbio sconsiderato.

In soli quattro giorni, i tecnici e i manovali della ditta presente sul posto, lavorando dall’alba al tramonto anche nel corso del weekend, sono riusciti nell’intento di posizionare una copertura provvisoria sull’area dei mosaici policromi, la parte più danneggiata del sito. “Nei prossimi giorni – scrive Patete – bonificheremo l’area dalle polveri di lana di roccia e dalle ceneri restituendo dignità al luogo. Nella prossima settimana, invece, dopo aver installato delle coperture prefabbricate, procederemo al pronto intervento sui mosaici e sui marmi”.

21728388_1455036891218407_4115287959318528474_nLa necessità sottolineata da tutti è quella di mantenere alta l’attenzione, nel mentre la Magistratura è chiamata ad accertare le responsabilità dell’accaduto. Si sta mobilitando la Fondazione foggiana “Apulia Felix” per una raccolta fondi che servirà a garantire almeno i primi necessari adempimenti per evitare danni peggiori ed iniziare a ripulire le testimonianze storiche riemerse. Sono partiti già diversi hashtag come #faragolasiamonoi #faragolafelix #faragolafenice lanciati dal contenitore culturale che fa capo a Giuliano Volpe, che di certo non è nuovo a queste opere di filantropia. Soltanto alcuni mesi fa la Fondazione aveva raccolto gli utili necessari alla partecipazione e alla vittoria all’asta per una stele daunia che era finita a Londra, dopo essere stata trafugata.

Sul corso delle indagini e su come siano andate le cose quella tragica notte a Faragola, l’ex rettore dell’Università di Foggia e attuale presidente del Consiglio Superiore dei Beni Artistici e Paesaggistici pare non avere dubbi, nonostante la pista dell’incidente, dovuto ad un probabile e malaugurato incendio delle stoppie circostanti, non sia ancora del tutto tramontata.

“Nessuno mi toglie dalla testa – spiega Volpe a questa testata– che si tratti di un atto doloso e premeditato. Dico questo non sulla scorta di mie sensazioni, ma in seguito ad visione autoptica e ad un’analisi delle tracce, com’è nel metodo archeologico. Tutt’intorno alla struttura andata in fiamme la terra è pulita, non ci sono tracce di bruciato; l’erba, tagliata di recente, è secca, gialla, in alcuni tratti anche verde, pulita, non ha segni di bruciato; mi sembra impossibile che il fuoco sia arrivato da sterpaglie bruciate. Quelle visibili nei dintorni dell’area musealizzata si sono sicuramente incendiate dopo il rogo della struttura. Inoltre, la mancanza di segni di combustibile non è un fattore che va necessariamente a favore della pista accidentale, perché un incendio si può appiccare in tanti modi”.

Quattordici anni di scavi, conferenze, inaugurazioni, libri e documentari. La vista di Faragola flagellata ha permeato la sensibilità di Volpe, di ritorno dalla Malesia, dove si trovava durante le ore del disastro. Non è ancora possibile effettuare una conta dei danni ma sono le pavimentazioni ad aver pagato il prezzo più caro, mentre le strutture in pietra sembrano aver retto. Oltre alla raccolta fondi, la Fondazione si prenderà l’incarico di organizzare manifestazioni pubbliche per attirare esperti e personalità di spicco sul sito ferito. “Sia chiaro – precisa Volpe – è doveroso che non ci siano iniziative isolate, piuttosto serve un operato sinergico tra il Mibact, la Regione, l’Università, le espressioni dell’associazionismo e i cittadini. Litighiamo anche tra di noi, ma troviamo una sintesi necessaria per agire imparando dalla dura lezione che ci è stata inflitta dagli eventi”. Secondo quanto anticipato pare che Faragola possa ospitare un primo evento pubblico di sensibilizzazione alla raccolta fondi, già nelle giornate del 23 e 24 settembre, che sono le giornate europee del patrimonio, organizzate in Italia del Mibact e dalle Soprintendenze. Il vero primo appuntamento di cartello sarà quello della tragica ricorrenza dell’incendio. Ad un mese dall’incendio si sta pensando di proporre un’iniziativa di richiamo con una mostra sugli scavi, degli spettacoli musicali con personaggi illustri dello spettacolo e tante altre sorprese. L’idea, che ha già ricevuto la piena disponibilità dello stesso, è quella di affidare ad Edoardo Tresoldi, l’artista che ha stupito il mondo con la sua installazione sulla Basilica  di Siponto. Specializzato nella creazione di opere in rete metallica, potrebbe riutilizzare le lamiere crollate  per dare nuovo splendore ad un luogo che non aspetta altro.

 

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