Scegliere Stornarella per discutere di sicurezza sul lavoro, con un occhio di riguardo per l’agricoltura, non è stato di certo un caso. Soltanto poco più di un mese fa, Mario Capolongo moriva schiacciato dal suo trattore in una campagna della vicina Stornara, in circostanze accidentali che mobilitarono e sensibilizzarono l’interno comparto agricolo locale.

Nella serata di ieri, all’interno di una gremita aula consiliare, hanno dibattuto di sorveglianza sanitaria e formazione dei lavoratori in materia di sicurezza, decine di agricoltori e braccianti agricoli, desiderosi di conoscere gli adempimenti necessari per risultare a norma di legge e le procedure di semplificazione dedicate al settore. Alla presenza della consigliera delegata alle politiche agricole, Anna Maria Magaldi, del sindaco Massimo Colia e del dottor Domenico Ciccone, hanno relazionato il dottor Andrea De Ninno (direttore nazionale dell’Ass.Pro.For.) e il dottor Antonio Nigri, direttore dello Spesal Area Sud, l’ente sanitario che si occupa della prevenzione e della sicurezza sui luoghi di lavoro.

Di particolare interesse è risultato l’intervento di quest’ultimo. Partendo dall’assunto che gli adempimenti di prevenzione e sicurezza non sempre comportino dei costi aggiuntivi, Nigri ha elencato una serie di accortezze che non devono assolutamente mancare per chi fa il lavoro del bracciante agricolo. Poi ha spiegato il complesso e articolato sistema dei controlli, nel corso dei quali i periti dello Spesal affiancano le forze dell’ordine per contestare reati nelle aziende agricole. Tutti i suggerimenti per non incappare in sanzioni sono stati posti in rassegna, in un incontro che è risultato molto interessante per la platea presente.

“Il vero problema – ha spiegato Nigri – non sono i costi per la sicurezza, bensì la scarsa sensibilizzazione sul tema. Usare scarpe antinfortunistica, aprire la roll bar sul trattore o utilizzare la cintura di sicurezza in auto, sono gesti che non costano nulla ma possono salvare la vita. La prevenzione però richiede tempo e si fa insieme, tra lavoratori ed aziende, perché i controlli sono pochi rispetto al numero delle imprese. Basti pensare che, secondo il piano regionale vigente, siano controllate soltanto 300 aziende agricole pugliesi nell’arco di un anno. Si può ben intendere quanto sia esiguo questo numero rispetto al numero altissimo di imprese attive sul territorio”.

Secondo quanto è emerso dalla sua relazione, la causa più comune di incidenti nel campo dell’agricoltura, nella provincia di Foggia, sia il parco macchine non adeguato. Le associazioni di categoria e le organizzazioni di consulenza e prevenzione hanno fatto pressioni verso il Governo centrale, con una mozione partita da Foggia, per ottenere l’obbligatorietà del patentino per i trattori e della revisione periodica dei mezzi; senza tuttavia ottenere risultati positivi in questa direzione. “Probabilmente a causa delle potenti lobbies che agiscono in questo settore” – ha sottolineato Nigri. Lo stesso direttore dello Spesal ha poi commentato quanto accaduto a Stornara. Una morte drammatica di un agricoltore, schiacciato dal suo stesso trattore, nello stesso giorno in cui a Foggia moriva un operaio addetto alla pulizia dei silos.

“Quella di Stornara è stata una morte che si poteva evitare – ha sottolineato Nigri – ma quanto accaduto ci dimostra che spesso gli incidenti capitino anche a persone qualificate, esperte nel loro mestiere, che sanno quello che fanno. Dobbiamo essere consapevoli che oggi non ci siano attività in agricoltura che non espongano al rischio. Anche stare per molte ore sotto al sole può portare alla morte. Per questo dobbiamo affinare la tecnica e migliorare le consuetudini che ci portiamo avanti da generazioni”.

Su questo substrato di difficoltà è intervenuta la legge sul caporalato che, nel tentativo di normare un problema atavico del Meridione, ha creato ulteriori storture che sfuggono agli intenti iniziali. Gli agricoltori finiscono nella paradossale situazione di “mettere a posto” gli operai e dover registrare che questi, il giorno dopo, abbiano accettato un’offerta migliore “a nero”. Un mondo difficile e complesso, che riguarda non solo gli agricoltori, ma anche gli ispettori, sui quali è sempre vigile l’occhio della Magistratura, così come ha spiegato Nigri.

“Oggi non possiamo permetterci di chiudere un occhio nel contestare i reati. Ed è giusto che sia così, ma questo ci porta ad avere un’attenzione maggiore. Fortunatamente la provincia di Foggia, su scala regionale, è la prima per numero di controlli, ma è anche la prima per numero di morti sul lavoro. Da ciò si intende che si potrebbe fare sempre meglio”.

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