La decisione del sindaco Remo Capuozzo è arrivata come un fulmine a ciel sereno nella mattinata di giovedì 9 novembre, quando in seguito ad una nostra telefonata l’ufficio protocolli ha confermato le sue dimissioni. Capuozzo era già stato sindaco (1999-2004) in una parentesi precedente, alternandosi con il grande nemico Alfonso Palomba. L’ultima esperienza amministrativa è iniziata nel maggio del 2013 ed era quindi destinata a concludersi nel 2018, se non avesse presentato le dimissioni per motivi che quasi certamente sono riconducibili alle sue condizioni di salute. La malattina di Capuozzo avrebbe avuto inizio già da un anno e mezzo a questa parte, ragion per cui si può ben intendere il suo progressivo allontanamento dall’amministrazione della cosa pubblica.

Anche se le difficoltà sul piano politico, a dire il vero, non sono mai mancate, tant’è che in tutto il comprensorio la città di Carapelle risulta essere quella che ha subito maggiormente le ricadute del malgoverno. Il primo grande scoglio è stato quello della gestione dei rapporti con i vertici del Consorzio Fg/4 e la Sia, l’azienda che gestisce il ritiro e lo smaltimento dei rifiuti. Il Comune di Carapelle è stato quello che ha presenziato meno alle conferenze tra i sindaci e il management e di conseguenza è stato anche il meno incisivo all’interno della discussione sul piano di rilancio aziendale, a fronte delle ben note difficoltà economiche dell’azienda consorziata cerignolana. Nonostante tutto questo, dal mancato coinvolgimento degli amministratori è comunque risultato un aumento della Tari anche su Carapelle, con un servizio tutt’altro che all’altezza e con le continue emergenze lamentate dai cittadini.

Sul piano della gestione della cosa pubblica, il sindaco è stato più volte attaccato per la manutenzione scadente del verde pubblico e per il malfunzionamento della pubblica illuminazione in alcune zone della città che, durante la notte, diventano pericolose a causa della scarsa visibilità. Ben più seria è stata la polemica che si è creata sul piano di alienazione dei beni immobili comunali voluto dall’amministrazione Capuozzo per ripianare i debiti del Comune di Carapelle. Dopo aver svenduto la biblioteca comunale, il sindaco ha più volte sollecitato lo sfratto della sede dei combattenti e reduci di guerra, i quali si sono sentiti oltraggiati ed offesi. Queste continue contrapposizioni hanno segnato una incolmabile distanza tra il sindaco, la sua amministrazione e l’opinione pubblica locale.

A bilancio, per quanto riguarda gli obiettivi raggiunti, invece, va segnalato il finanziamento ottenuto dalla Regione Puglia per la riqualificazione della scuola Elementare di Via Garibaldi e della scuola Media di Via Indipendenza, per una somma di 500.000 euro.

E’ innegabile che anche sul piano amministrativo interno siano state riscontrate non poche difficoltà. I consiglieri di maggioranza, nel corso degli ultimi 4 anni di Governo, si sono decimati, passando all’opposizione oppure dichiarandosi indipendenti. In particolare, nell’ultimo periodo, il sindaco dimissionario ha potuto contare soltanto su un seggio in più, situazione che avrebbe impedito la larga maggioranza qualificata per l’approvazione del prossimo bilancio. In ultimo l’allontanamento del fedelissimo Pettolino. Questo è il contesto che ha portato Capuozzo alle dimissioni, uomo esperto di politica, proveniente dalla DC storica di Capitanata e poi dal Partito Popolare Italiano.

Lo scenario che si presenta alle spalle del dimissionario è abbastanza frastagliato anche perché non è ancora possibile fissare la data delle elezioni. Per scadenza naturale, queste ricadrebbero nella prossima primavera, ma nello stesso periodo si terranno anche le politiche e quindi bisognerà capire se il Governo programmerà un unico election day per entrambe le consultazioni o le amministrative delle varie città d’Italia saranno posticipate a maggio/giugno. Ciò che è certo è che fino all’elezione della nuova consiliatura carapellese, i poteri sindacali saranno affidati ad un commissario reggente che sarà individuato dal Prefetto, per svolgere l’ordinaria amministrazione.

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