La memoria si costruisce attraverso la formazione, la formazione con la cultura. In questo contesto, per consegnare al ricordo futuro i drammi del passato, la scuola gioca un ruolo importantissimo di responsabilità collettiva da far recapitare necessariamente alle nuove generazioni. Sono queste le motivazioni di fondo che hanno animato l’iniziativa organizzata dal Palazzo degli Studi “Padre Pio” di Orta Nova in ricordo dell’Olocausto e della Shoah. A distanza di alcuni giorni dalle celebrazioni della Giornata della Memoria le classi della scuola paritaria ortese hanno ricordato il dramma universale della deportazione degli ebrei alla presenza di ospiti importanti, i quali hanno avuto modo di raccontare la loro testimonianza all’interno dell’Aula Magna.

DSC_0010Da un lato l’attivismo per preservare la memoria, da un altro la voglia di lasciare un segno attraverso la scrittura e la produzione letteraria. Saverio Pandiscia, presidente della sezione ortese dell’Associazione Nazionale Famiglie dei Caduti e Dispersi in Guerra, e Raffaella Sacchitelli, autrice del testo “Il Colore delle Nuvole”, sono stati gli ospiti di una mattinata produttiva che ha stimolato l’interesse degli alunni. La giovane scrittrice ortese, con il suo romanzo ambientato nella Varsavia della fine degli anni ’30, ha spiegato l’importanza dell’integrazione e del superamento di ogni pregiudizio fondato sulle “differenze”. Il suo libro, premiato nel 2011 nel concorso nazionale “La Vie En Rose”, racconta la storia di due innamorati costretti a separarsi a causa delle leggi razziali. I due protagonisti si ritroveranno scavando nei ricordi, soltanto quando gli scenari saranno totalmente stravolti. Ma non è mai troppo tardi per ricordare.

DSC_0020Imparare a comprendere i tempi quando le ombre del passato si addensano sui cieli del presente è la più grande lezione lasciata alle classi che hanno partecipato. A proporla è stato anche Saverio Pandiscia che, con contributi video e con il suo racconto, ha riportato le fasi salienti della sua vita, da orfano di guerra ad attivista della memoria. L’evento è stato introdotto dalle insegnanti Rosaria Calamita e Roberta Capitaneo che hanno raccolto le curiosità degli studenti, promettendo loro di continuare un percorso di approfondimento su questa dolorosa pagina storica. A fare da cornice agli interventi, all’interno dell’aula magna, vi era anche un cartellone preparato da alcuni studenti. Sopra le mani segnati dal lavoro, il filo spinato disegnato e le parole che restano per sempre, vincendo ogni imposizione: “Meditate che questo è stato” (Primo Levi- Se questo è un uomo).

@ARTICOLO REDAZIONALE

NESSUN COMMENTO

LASCIA UN COMMENTO