TRINITAPOLI – “Chiediamo ai cittadini la massima collaborazione per le prossime ore di giusta agitazione delle maestranze Sia, ma è il caso di prendere atto che senza l’intervento ormai improcrastinabile della Regione, la società di igiene ambientale ha il respiro assai corto. Chiedo che i Prefetti di Foggia e Bat si occupino della faccenda”. Il sindaco di Trinitapoli, Francesco di Feo, commenta così la notizia sui disservizi alla raccolta di rifiuti nei prossimi giorni, annunciati dai lavoratori della Srl di Forcone Cafiero, a fronte della impossibilità ad acquistare vestiario invernale, mezzi adeguati, pagare le manutenzioni a quelli in uso ma obsoleti, assicurare la sicurezza sul luogo di lavoro e non in ultimo il pagamento degli stipendi. Sullo sfondo, una forte debitoria di almeno 6 Comuni dei 9 del Consorzio Bacino Fg 4. Venerdì, nuovo Cda del Consorzio.

TENTATIVI VANI | “Da mesi – ricorda di Feo – noi stiamo facendo l’impossibile per cercare di evitare che ci sia la decozione della società e quindi la perdita di posti di lavoro per circa 300 operai. Abbiamo chiesto fortissimamente l’intervento della Regione Puglia che potesse garantire ai cittadini, tutti i Comuni del Consorzio, che fossero quantomeno consapevoli che i soldi pubblici versati dalla società avessero una sorta di controllo o di commissario, di arbitro. Il problema è che però non se ne esce da questa situazione. I tentativi che vengono perpetrati giorno dopo giorno, settimana dopo settimana, anche tutte le azioni poste in essere, si vanificano. E ci troviamo ancora una volta con una proclamazione di sciopero che definirei estremamente legittimo da parte dei collaboratori della Sia”.

LE RAGIONI DEL RISCHIO | La sospensione dei lavori del VI lotto a Forcone Cafiero, senza avere un piano B, ha determinato lo stop agli introiti del conferimento in discarica. Dopo 2 anni i lavori sono ripartiti e il VI lotto si farà, ma nel frattempo la società è al tracollo e i costi sono aumentati, per portare altrove i rifiuti a Foggia (al trattamento) e a Grottaglie (per lo stoccaggio). Insomma, minori introiti e più spese. In più, la Sia vanta 8,5 milioni di euro di credito da parte dei Comuni di Cerignola, Carapelle, Ordona, Stornara, Stornarella, Margherita di Savoia. “Pagano regolarmente solo Trinitapoli, Orta Nova e San Ferdinando di Puglia – precisa il sindaco casalino – e non si capisce perché dal momento che la Tari è vincolata al servizio dei rifiuti e andrebbe versata subito nelle casse di chi espleta il servizio. Chiaro che aumenti la sofferenza dell’azienda. E non ci sono più scuse, anche perché nel frattempo il servizio viene effettuato in tutti i 9 Comuni, anche quelli morosi. Mentre il disservizio dello sciopero ricade anche sui Comuni che pagano regolarmente”. Sia Srl vive già l’impossibilità assoluta di poter noleggiare mezzi nuovi, pagare i manutentori, utilizzare la discarica e l’impianto di proprietà. “Addirittura dobbiamo prendere altrove il carburante – sottolinea di Feo – . Questa è una situazione intollerabile che porta all’estrema esasperazione, allo scontro tra i sindaci, con lo stesso presidente del Consorzio Franco Metta, alla fibrillazione del Cda che chiaramente perde il controllo e comincia a scrivere a destra e sinistra in una sorta di tentativo disperato di aggrapparsi agli specchi”.

CONTINGENZE E PROPOSTE | La situazione preoccupa: “Siamo nella settimana in cui il vescovo verrà a farci di città e abbiamo i rifiuti per strada – lamenta il sindaco di Trinitapoli – . Ci approssimiamo alla stagione primaverile ed estiva e non si può convivere con rifiuti in giro. Troviamo soltanto richieste di aumenti le somme ai servizi, che sono quelli che sono. Purtroppo le risposte sono evasive e lacunose oppure assenti. Ho chiesto una conferenza dei sindaci affinché si possa cercare di porre la parola fine ma temo che così l’azienda non arrivi all’estate. Diventa difficile immaginare scenari diversi da un’uscita dalla società e la chiusura della stessa, rivedendo il Consorzio e insistendo sulla reinterpretazione dell’Aro Bt 3 con nuovi soggetti gestori del servizio. Soluzioni interne alla stessa società che portassero risparmio e anche ad una soluzione fattiva ormai sono fallite”. La relazione della Kpgm 3 anni fa evidenziava come far crescere l’azienda sfruttando al massimo l’impiantistica, ma dando un assetto imprenditoriale vero, arginando le criticità potenziali sul piano finanziario: a cominciare dalla spending review, passando per un piano gestionale relativo agli interventi da fare, e soprattutto un piano industriale. “Sebbene il rischio sia quello di perdere sovranità sugli impianti di proprietà dei 9 Comuni – conclude di Feo – che sono il non plus ultra in tutta la Puglia, chiediamo ancora una volta e disperatamente l’intervento serio ed immediato della Regione, altrimenti ogni proclama resterà vano e la società ne pagherà inevitabilmente le conseguenze. E con questa, i cittadini”.

Comunicato Stampa Francesco Di Feo

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