Ormai la misura è colma. L’emergenza gestionale del Consorzio d’Igiene Fg/4 è giunta ad un punto cruciale che graverà inevitabilmente sulle sorti della Sia. Nella giornata di lunedì scorso si è assistito all’ennesimo teatrino dell’irreale, dove il presidente del Consorzio (Franco Metta, sindaco di Cerignola), ha dapprima annunciato le sue dimissioni per poi trattenerle a fine riunione in vista di un nuovo aggiornamento dell’assemblea che si terrà il 27 febbraio. Se entro questa data i Comuni non porteranno i nuovi contratti firmati e non garantiranno i loro flussi finanziari mensili, la Sia fallirà con tutte le ricadute negative che ciò comporterebbe.

POLITICA IRRESPONSABILE \ La prima impressione a margine di tutta questa estenuante trattativa è la totale inadeguatezza della politica, sia attuale che degli anni passati. In particolare, i sindaci dei Comuni dei Cinque Reali Siti stanno dando l’idea di una politica lasciva e debole, pronta a gettare la spugna e poco propensa a trovare delle soluzioni definitive. I sindaci, infatti, piuttosto che presentarsi davanti ai propri concittadini spiegando una volta per tutte il problema, hanno rinviato all’infinito con l’intento di preservare la loro immagine davanti a loro e non perdere il loro consenso dinanzi all’opinione pubblica. Adesso la Sia continua a vantare dei crediti nei confronti di tutti i Comuni che non si impegnano a liquidare le somme dovute al primo di ogni mese. Per questi motivi la Sia non avrebbe assicurato i pagamenti degli stipendi ai dipendenti che negli scorsi giorni hanno scioperato in maniera selvaggia, determinando una vera e propria invasione di rifiuti per le vie delle città.

L’ULTIMA RUOTA DEL CARRO \ Tutte le esitazioni della politica si ripercuotono sui dipendenti della Sia che ora rischiano realmente il posto di lavoro, ma che già da diverso tempo si trovano ad operare in condizioni di assoluta precarietà. Secondo quanto denunciano da più tempo le sigle sindacali dei lavoratori, questi sarebbero costretti ad uscire facendo delle collette per il gasolio nei mezzi che sono tutt’altro che manutenuti. Oltre alla totale mancanza di vestiario ed adempimenti di sicurezza, mancano anche i buoni pasto e i versamenti dei contributi, senza i quali gli operai non riescono comunque ad immaginare il loro futuro. Il sindaco di Trinitapoli, Francesco Di Feo, negli scorsi giorni ha parlato di “consegnare i libri in Tribunale” come unico scenario possibile, ma questo vorrebbe dire mettere letteralmente per strada 300 famiglie e solo in virtù di ciò dovrebbe ritenersi uno scenario da evitare con tutte le forze.

SOLUZIONI NEL BREVE TERMINE \ Durante l’ultima assemblea Grandaliano ha parlato di un “Piano B” da proporre qualora i Comuni non si adeguino alle richieste della Sia entro la scadenza del 26 febbraio. Il Piano B sarebbe quello che porterebbe al commissariamento dell’azienda e alla totale perdita di peso decisionale dei nostri Comuni nella Sia. Questo significherebbe una sconfitta per la nostra politica. Ecco perché la politica deve rispondere per tempo. Auspico che si possa tornare a ragionare da territorio unito, con i sindaci dei Comuni che si prendano le loro responsabilità e salvino la Sia una volta per tutte, garantendo i pagamenti dei debiti e la firma sui nuovi contratti per il 2018. In questo contesto è necessario che anche le opposizioni siano collaborative e offrano il loro contributo costruttivo alla causa, perché allo stato attuale non ci sono alternative. Soltanto mettendo da parte i personalismi si possono ottenere delle soluzioni per evitare la catastrofe che, mai come adesso, sembra alle porte.

Comunicato Stampa Francesco Volpicelli

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