Questa volta la Sia è davvero ad un passo dal fallimento. Secondo fonti accreditate pare che il prossimo venerdì potrebbe essere il giorno in cui l’azienda consorziata di raccolta dei rifiuti potrebbe ufficializzare la fine di un percorso difficile, ormai divenuto insostenibile.

Infatti, per il prossimo 23 marzo è convocata, nella sede dell’Agenzia Regionale dei Rifiuti a Bari, l’assemblea con i sindaci e i vertici amministrativi dell’azienda che gestisce il ritiro e lo smaltimento per conto di 9 Comuni del Basso Tavoliere. Formalmente l’incontro dovrebbe servire a fare il punto sulla sottoscrizione del Contratto Unico di Aro e sulla debitoria di Sia nei confronti dei Comuni proprietari e delle discariche dove l’azienda sta conferendo i rifiuti da alcuni mesi a questa parte, dopo la chiusura dell’impianto di Cerignola. Poichè la situazione non ha ancora conosciuto delle migliorie, l’incontro verosimilmente porterà a sancire una sconfitta annunciata, sia della governance che della politica locale, con i libri contabili che saranno portati inevitabilmente in Tribunale.



A gravare sulle sorti della Sia sono soprattutto le impasse sull’impiantistica, con il VI lotto che non ha ancora un progetto fattivo di costruzione e le celle di biostabilizzazione che non sono ancora state riqualificate dopo il sequestro del Noe. A nulla è valso l’inserimento dell’Aseco, la controllata di Aqp, subentrata sotto la regia di Emiliano e Grandaliano; questo perchè manca la liquidità necessaria e quindi tutti gli impianti restano al palo. Tutto questo blocca eventuali entrate che la Sia potrebbe ricevere con il trattamento dei rifiuti di paesi terzi. Poi ci sono le situazioni pregresse, con le debitorie dei Comuni proprietari e i ritardi nella sottoscrizione dei nuovi contratti. Infatti i paesi della Bat, dopo un’assemblea intercomunale, hanno annunciato la volontà di autodeterminarsi chiedendo la formazione di un nuovo Ambito di Raccolta Ottimale, qualora non dovessero giungere rassicurazioni sul miglioramento del servizio.

Infatti la crisi ha portato dei segni evidenti anche per le strade delle città. Tutto questo indugiare non ha consentito il pagamento degli stipendi dei lavoratori che adesso rischiano davvero di restare a casa. I mancati flussi finanziari hanno rallentato la raccolta, con i rifiuti che restano per strada perché i mezzi non hanno il carburante per uscire. Tutte queste criticità sono state denunciate, in una nota, anche dal consigliere comunale di Cerignola, Tommaso Sgarro, che ha così fotografato la situazione, mentre il presidente del consorzio gestore, Franco Metta, sindaco della città ofantina, ha da tempo annunciato le sue dimissioni, oggi confermate:

“Quello che sta succedendo è sotto gli occhi di tutti. Dipendenti SIA senza stipendio, città piena di rifiuti, impiantistica tolta a Cerignola, azienda praticamente fallita – incalza Sgarro. “Un asfissiante balletto di strategie in questi due anni e mezzo senza la volontà e la capacità di capire che si stava finendo dritti nel baratro. L’ottusità di chi, o è in malafede, o è incapace”.

Con la fine del percorso di Sia (che pare ormai scontato) resta da capire quale sarà il futuro dei 300 lavoratori dell’azienda e quale sarà la destinazione del flusso di rifiuti che certamente non potranno rimanere per strada. Sarà proprio la Regione a dover gestire questa situazione di smobilitazione generale, con una strategia condivisa che taglierà fuori, dal processo decisionale, coloro che hanno portato l’azienda al collasso durante questi anni.



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