Premessa: non sono un esperto di musica, e men che meno di Fabrizio De André (a parte le canzoni che più o meno tutti conosciamo). Allora, come mai mi sono voluto cimentare in questa lettura? Anzitutto per curiosità: è la prima reazione che questo libro, scritto da don Salvatore Miscio, suscita. Su De Andrè si è scritto tutto, anche del suo lato “religioso”. In cosa differisce allora questo libro? A mio avviso, la particolarità sta nella capacità di raccontare con delicatezza la religiosità del De Andrè uomo, espressa nella sua poetica e nella sua musica. L’artista emerge come un anarchico che da borghese cerca gli ultimi e negli ultimi trova il confronto con un dio uomo che è il Gesù evangelico. Senza forzature, denso di citazioni, questo libro traccia il profilo di un De Andrè spirituale, incuriosendo il lettore e portandolo a conoscere uno dei più grandi autori contemporanei.



Se fosse un cibo: 
un pezzo di focaccia genovese: semplice, umile, popolare eppure gustosa.
Racchiuso in una frase:
L’uomo raccontato si scopre progressivamente affascinato da Gesù Cristo, ma indifferente o blasfemo nei confronti di Dio; riluttante verso ogni moralità ma alla ricerca di una giustizia; sconfitto quotidianamente dai presagi della morte ma pur sempre innamorato della vita. (p. 57)
Edizione Utilizzata:
Salvatore MISCIO, Dio del cielo vienimi a cercare – Faber, uomo in ricerca, AVE, Roma 2016
Dove trovare il libro:
E’ facilmente reperibile sui maggiori e-commerce italiani (ibs.it,  lafeltrinelli.it) e sul sito internet della casa editrice www.editriceave.it



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