Nel pomeriggio del 31 luglio si è tenuto ad Orta Nova un consiglio monotematico sull’emergenza rifiuti causata dalla crisi aziendale della SIA, una vertenza che è ancora ben lontata dall’essere risolta. Non saranno luoghi come l’assise cittadina a dettare una linea di risoluzione condivisa e questo lo si è capito sin dalle prime battute dell’atteso faccia a faccia tra gli esponenti della politica locale.

E’ stato un mero gioco a rimpallarsi le responsabilità di un processo involutivo che è in corso sin dalla nascita del Consorzio d’Igiene FG/4. Il sindaco di Orta Nova, Dino Tarantino, ha esordito scaricando le colpe sui predecessori, mentre i predecessori – che in larga parte oggi siedono tra i banchi dell’opposizione – hanno provato a confutare questa tesi. Tutto mentre i tanti cittadini – questa volta – presenti in un numero consistente, attendevano delucidazioni su come uscire da questa annosa vicenda che determina un lerciume delle strade senza precedenti e una vera e propria invasione dei rifiuti nei pressi dei cassonetti.

L’unica nota di concretezza è stata annunciata dalla vicesindaca, nonché assessore all’ambiente, Laura Spinelli, ma trattasi solo di un palliativo: “Non vogliamo gravare sulle tasche dei cittadini, perché per come vanno le cose non sarebbe giusto in questo momento. Per questo abbiamo posticipato l’arrivo dei bollettini della TARI 2018 all’ultimo trimestre dell’anno”. L’assemblea si preannunciava interessante anche per via della presenza di alcuni sindaci ed assessori degli altri Comuni limitrofi sempre gestiti dalla SIA, i quali hanno avuto modo di spiegare il motivo per il quale l’emergenza non sia dappertutto così grave come nel caso di Orta Nova e Cerignola.

I dirigenti del Consorzio e della SIA, nello specifico la dottoressa Monica Abenante e l’amministatore unico Francesco Vasciaveo, hanno spiegato che la debitoria di SIA al 31/12/2017 ammontava a 16 milioni di euro (!!!) e che la strategia di assorbimento verso la partecipata ASIPU di Corato sta portando a tempi fin troppo dilatati e a costi che sarebbero insostenibili per i Comuni firmatari dei contratti. Ragion per cui si sta vagliando la strada del concordato in continuità per resettare il percorso aziendale e ripartire da capo sotto la cura di un Giudice fallimentare; una sorta di accanimento terapeutico fin quando sarà possibile. Ma di tutto questo la gente continua a capirne poco, così come continua a tenere le porte chiuse per via del puzzo mortifero che c’è in strada.

Sarebbe auspicabile che la politica a volte torni ad essere testimone della vita comune e portavoce delle istanze del popolo. Non si tratta di populismo ma della vera essenza del sistema rappresentativo. Invece durante l’ultima assemblea c’è stato solo molto fumo negli occhi, molta dialettica interna (con Annese tra i più attivi e loquaci) e poche soluzioni a portata di mano. Il risultato è che nell’aria vagasse un senso di inutilità dei luoghi deputati a decidere. Così come è per il consiglio comunale di Orta Nova, quando si poteva ancora decidere e adesso che si può soltanto subire.

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