TRINITAPOLI – “Pagati i dipendenti del cantiere di Trinitapoli”. Francesco di Feo irrompe alla vigilia di ferragosto per puntualizzare il ruolo di Trinitapoli in Sia Srl, nel Consorzio Bacino Fg 4, individuando, carte alla mano, responsabili e prospettive per la gestione del ciclo dei rifiuti. E al collega cerignolano Franco Metta non le manda a dire, ribattendo punto per punto ad accuse troppo spesso infarcite di insulti del presidente del Consorzio.



PAGATI GLI STIPENDI | Oltre 80mila euro sono stati versati sul conto dedicato della Srl di Forcone Cafiero, che attende da qualche settimana l’esito della richiesta del concordato preventivo in continuità, un salvagente che probabilmente arriva tardi, ma che denuncia il venir meno dell’idea di Consorzio che aveva visto per oltre un decennio 9 Comuni fianco a fianco. “Oltre ogni strumentalizzazione e macelleria sociale – puntualizza di Feo, rispondendo a Metta che aveva aizzato i dipendenti a recarsi sotto il Comune di Trinitapoli – noi dimostriamo ciò che diciamo. Sempre. E su tutto”.

LA RELAZIONE DEL BILANCIO 2017 | Il sindaco casalino passa allora in rassegna la relazione accompagnatoria del bilancio 2017 di Sia Srl, quell’atto votato solo di recente, che racchiude in sé le ragioni della situazione attuale. Numeri impietosi: 3.856mila euro di perdita d’esercizio nel 2017, 13 milioni di ricavi vengono dalla raccolta dei rifiuti. “Se Trinitapoli è socia del Consorzio all’11% – osserva il sindaco di Feo – e ha pagato a Sia nel 2017 ben 1.700mila euro (1.400mila nel 2016), va da sé che ha dato ben più di quanto dovuto. Saremmo pure stati disposti a fare di più, ma solo dopo aver avuto garanzia di un servizio migliore. Invece Metta chiedeva di più, millantando che il nostro contratto fosse inadeguato”.

I DEBITI E I CREDITI DI SIA | Il dibattito a distanza tra i 2 sindaci non può che terminare proprio sui numeri: “Ci si fa vanto di aver pagato gli ultimi stipendi coi soldi di Cerignola – ricorda di Feo – ma giova precisare che Cerignola è in debito con Sia di 3.783mila euro, che da soli basterebbero a chiudere in pareggio il bilancio 2017. Eppure si punta il dito contro di noi”. Altri 4 milioni vanno poi spalmati sugli altri 8 Comuni.

L’INIZIO DELLA FINE: DISCARICA IMPRODUTTIVA | La relazione di bilancio della Srl di Forcone Cafiero individua senza indugi il momento in cui Sia ha cominciato il declino: a fine 2016, quando la chiusura del V lotto e la mancata costruzione del VI in discarica hanno reso “improduttiva” l’impiantistica, poi persa con tanto di revoca regionale dell’Aia 66/2014, che prevedeva pure la biostabilizzazione: “Quella è stata la sciagura di Sia – commenta di Feo – , tanto da tradursi in una netta diminuzione di ricavi dall’impianto di smaltimento, pari a 2.657mila euro”.


DISCARICA ABBANDONATA | Né quella è l’unica iattura per Forcone Cafiero: “Servono 1,4 milioni di euro per rimuovere le terre di scavo del V lotto, ed altri 800 per il post mortem dello stesso. Somme, previste in bilancio solo sulla carta ma non accantonate, chissà perché. Eppure si tratta di fondi Tari vincolati”, chiosa di Feo.

IL NODO DEI CONTRATTI | Malgrado ciò, per il 2018 si prevedeva ancora un introito di 12 milioni di euro a testimonianza dell’infondatezza delle accuse di inadeguatezza dei contratti. E proprio sugli accordi economici tra i 9 Comuni e la Sia, il sindaco ricorda come proprio San Ferdinando (nel 2014) e Trinitapoli (nel 2016) siano stati “i primi ed unici a sottoscrivere un contratto di servizio con Sia”, per un totale complessivo di circa 1,4 milioni a cui erano da aggiungere i circa 300 di ricavo Conai. Né Trinitapoli “ha mai avuto disponibilità esclusiva di mezzi” per la raccolta: ci si doveva accontentare di attendere il proprio turno. Nonostante ciò, Trinitapoli e San Ferdinando vantano le più alte percentuali di differenziata: “picchi del 65% – ricorda di Feo – per attività che città come Cerignola non hanno mai avviato”. Eppure, Metta ha chiesto a Trinitapoli di passare da 1,4 milioni (poi 1,7 nel 2017) a 2,2 milioni: “Inaccettabile a fronte di servizi carenti. Né potevamo sopperire noi ad una gestione societaria fallimentare che dal 2015 ha ignorato le prescrizioni della Kpmg, su necessità di spending review, riorganizzazione del personale e piano industriale. Troppi dipendenti pagati da tutti prestano servizio per la sola Cerignola, con un assenteismo pari al 19%. E troppo onerose (circa 4,5 milioni), sono pure le pendenze legate alle azioni legali dei fornitori”.

ASIPU E ARO BT 3 | In questo scenario, Trinitapoli, San Ferdinando di Puglia e Margherita di Savoia hanno nelle scorse settimane ottenuto l’autodeterminazione del proprio Aro Bt 3, con annesse scelte indipendenti da concertare ora con Ager e Regione Puglia. Anche perché Asipu Spa, dapprima chiamata al capezzale di Sia, è stata liquidata senza risposta dallo stesso Metta, che così ha pregiudicato ogni trattativa anche per gli altri 8 Comuni: “Un dato resta – osserva di Feo – : Asipu ha certificato che il contratto di Cerignola è quello davvero inadeguato, se il preventivo è stato di 12 milioni di euro, a fronte dei 6 scarsi attualmente corrisposti a Sia. E neppure pagati davvero. Insomma, chi ha il contratto inadeguato e non paga è Cerignola. Chi ha deciso di far naufragare Sia col no al VI lotto è Metta. Chi ha i rifiuti per strada e poi li abbandona all’interporto è lui, eppure sbraita contro di noi”.

VI LOTTO FINANZIABILE DAL 2015 | Fino a poco fa da Cerignola si alzava il telefono chiedendo all’amico Francesco, nel ruolo di commissario Anci in seno all’Ager, di aiutare Cerignola, sempre più sommersa dai rifiuti. “Oggi vengo insultato con un’insolenza assai poco istituzionale – continua di Feo – alla quale non mi abbasserò. Preferisco rispondere coi documenti, come quello che Metta ha trovato alla sua elezione nel 2015, comprovante la disponibilità della Bnl a finanziare il VI lotto previsto dall’Aia. Tutte fortune che ha voluto gettare in cantina”.

COSCIENZA E SERVIZI | Intanto, Trinitapoli da un mese ha incrementato i turni di raccolta differenziata porta a porta. “Scegliamo di andar via da Sia – chiude di Feo – perché ogni dialogo con Metta sfocia nella follia e rischia di penalizzare, come accade a Cerignola, le nostre comunità. E invece noi, che di questa situazione col risicato 11% che abbiamo, non siamo stati artefici ma vittime, abbiamo il dovere di premiare i nostri concittadini con servizi sempre più efficienti. Le responsabilità non le attribuiamo noi, ma saranno sicuramente al vaglio della magistratura. Del resto, parlano le carte”.

Comunicato Stampa

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