“A Pescara vogliamo vincere”, si sentiva urlare sotto la Curva Sud domenica sera dopo Foggia-Palermo che aveva visto gli uomini di Grassadonia soccombere 2-1 contro i siciliani. Ma alla luce di quello che sta accadendo in queste ore in Serie B, domina la sfiducia.

L’estate degli appassionati del mondo pallonaro è trascorsa tra continui sbalzi di umore. Lo sanno bene i tifosi del Foggia, che prima avevano vissuto l’incubo della retrocessione in serie C dopo le note vicende che avevano colpito la famiglia Sannella e il club rossonero, con tanto di ricorso dell’Entella successivamente (e fortunatamente) svanito; poi, la paura semi svanita con la conferma della cadetteria ma con una penalizzazione comunque pesante; infine, l’incertezza sul ricorso agli 8 punti tolti momentaneamente ai rossoneri in classifica.



Ma è l’intero campionato di serie B che naviga in una incertezza che sta assumendo i contorni di una telenovela. Tutto è iniziato con la mancata iscrizione di Bari, Cesena e Avellino. Il ripescaggio era previsto sulla base di una dettagliata graduatoria. Ma i litigi nascono proprio da quei 3 posti liberi, contesi da Novara, Catania, Siena, Ternana e Pro Vercelli. E dopo che sembrava fatta per Novara, Catania e Siena (con tanto di festeggiamenti soprattutto in Sicilia), tutto era stato fermato. Poi la decisione di sospendere il campionato, e ora la comunicazione del Tar del Lazio che ha revocato il decreto presidenziale che la stessa sezione, ma con un diverso presidente, facendo tornare esecutivi i provvedimenti presi dal Collegio di Garanzia dello Sport che lo scorso 11 settembre aveva dichiarato inammissibili i ricorsi contro il format della serie B a 19 squadre. Insomma, tutto torna come prima.



Quello che ne viene fuori da tutto questo calderone può essere espresso in due considerazioni. La prima è la ormai inaccettabile lentezza della giustizia sportiva in materia di ricorsi e sentenze: non si può decidere il tabellone di un campionato a partite in corso. Cosa accadrebbe, ad esempio, se il Catania, con un organico da serie C, dovesse essere ripescato in B, con il rischio quindi di non garantire un campionato equilibrato? E gli abbonati del Siena, che hanno sottoscritto la tessera per la Lega Pro, dovrebbero poi pagare una “differenza” per la cadetteria? Già, gli abbonati. Perchè gli unici veri innocenti, ma vittime inconsapevoli, finora sono proprio loro. Dietro una squadra di calcio, si sa, si muovono passioni, sacrifici economici, emozioni che non si possono decretare con una sentenza. Smantellare e poi ricomporre un torneo per le lungaggini della giustizia sportiva va solo a discapito di chi, partita dopo partita, sui gradoni dello stadio ci va per seguire la propria squadra del cuore. E ha tutto il diritto di sostenerla verso un obiettivo che non può essere modificato a campionato in corso. Perchè se ciò avvenisse, ne perderebbe di credibilità l’intero sistema. Ma tant’è. Sabato allora tutti a Pescara. Dove però, vien quasi voglia di non vincere più.

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