Un po’ come nella storia di Paolo e Francesca dove Paolo decise di scendere fin negli inferi per salvare la propria amata, così anche Andrea Di Dedda ha voluto fare per arrivare a salvare la sua Dina da un problema di salute. Andrea e Dina hanno deciso di raccontare la propria testimonianza di solidarietà proprio a questa testata con l’obiettivo di mandare un messaggio positivo. Una storia che ha portato Andrea a compiere il gesto più estremo di altruismo: donare il proprio rene per salvare gli altri ma soprattutto sua moglie.



Ma partiamo dall’inizio. Andrea stesso ci spiega il motivo per il quale ha deciso di diventare un donatore: “Ammetto che tutto questo l’ho fatto perché ho vissuto l’esperienza di un mio caro parente che ha sofferto a causa del perdurare della dialisi. Quando riesci a comprendere la sofferenza di chi ha questo problema allora tutto diventa più semplice”. Lo stesso Andrea ci spiega anche di come in quegli anni, negli anni’70, era tutto diverso e di conseguenza la scienza non aveva ancora fatto quei passi da giganti che ha fatto oggi. Ma ovviamente il tutto cambia quando accade ad un tuo caro e in questo caso particolare a tua moglie: “Quando nel 2011 ho scoperto che mia moglie soffriva di insufficienza renale mi è cascato il mondo addosso. In quanto eravamo consapevoli che questo tipo di problema poteva culminare in dialisi renale. In virtù di questo nel momento in cui ho scoperto questo ho subito pensato alle alternative e l’alternativa principale era la donazione”.

Ma ovviamente non è tutto così semplice. Infatti fin da subito i dottori hanno spiegato che i donatori ‘attivi’, ovvero i donatori viventi, sono pochissimi quanto è vero che vi sono 6/7 casi all’anno e non di più. Infatti nella maggior parte dei casi esiste solo una lista di donatori a morte compiuta. Questo perché vi è molta paura e soprattutto molta ignoranza del caso, così come spiega Andrea. Ma un giorno casualmente lo stesso protagonista scopre che in Italia esiste una catena crossover: ovvero una lista in cui le coppie familiari possono iscriversi per poter donare e anche ricevere. Ma anche in questo caso Di Dedda tiene a precisare: “In Puglia non era iscritto nessuno a questa lista. Noi siamo stati i primi ad iscriverci per poter donare i nostri organi”. Alla domanda come mai ci sia così tanta titubanza lo stesso Andrea risponde: “Purtroppo c’è poca sensibilità sull’argomento. Molti hanno paura, ad esempio, a vivere con un rene solo e questo timore li frena nel poter donare. Ma molto probabilmente il sistema sanitario deve farsi carico di questa sensibilità per poter far comprendere che non ci sia nulla di rischioso nelle donazioni di organi, anche da vivi”.

Nonostante l’iscrizione alla lista crossover Andrea viene subito informato, da alcuni medici, che in alcuni casi tante persone hanno deciso di tirarsi indietro all’ultimo. Questo perché le operazioni comportano alcune complessità. Ma non sarà questo a spaventare Andrea quanto è vero che deciderà di andare avanti. E dopo qualche mese il caso ha voluto che vi giungesse una buona notizia: da Genova un donatore attivo ha deciso di donare il proprio organo a sua moglie Dina. Ma dopo qualche mese sarà lo stesso Andrea a mettere a disposizione il proprio rene per una coppia che soffriva di insufficienza renale residente nella regione umbra. “L’ho fatto perché una volta che doni un qualcosa che può cambiare la vita degli altri, ti senti veramente bene. Io ancora oggi sto bene per quello che ho fatto: aiutare gli altri è ciò che di più bello si possa fare”.



Dopo l’azione compiuta da Andrea e da sua moglie, in Puglia negli ultimi mesi, ben 9 coppie hanno deciso di iscriversi alla lista crossover per donare il proprio rene. Andrea è proprio entusiasta di questo: “Se la nostra azione è servita per spronare gli altri a fare lo stesso significa che abbiamo vinto due volte”.

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