Diffondiamo integralmente il comunicato stampa del circolo culturale-politico L’Orta Nova che Vorrei in merito alla morte di Ciro Cassese e la situazione del sociale nello stesso Comune dei Reali Siti.

“L’indifferenza uccide” è proprio il caso di dirlo. Questa volta a pagarne le spese è stato un nostro concittadino, Ciro, che più volte in questi anni aveva manifestato grandi disagi. La notizia di questa perdita ci ha terribilmente scossi e non possiamo non notare come l’ingiustizia sociale a cui troppo spesso in questi anni ci siamo abituati, ancora una volta, continui a mietere le proprie vittime. Questo episodio, che dimostra il livello di degrado sociale e culturale che vi è ad Orta Nova, non può non costringerci a porci delle serie riflessioni. Ciro è stata vittima del degrado e del deserto sociale stagnante nella nostra città.



Crediamo che l’aspetto sociale in questo paese, in quasi tutte le amministrazioni ma in particolar modo in questa, sia stato maledettamente sottovalutato. In tutti questi anni l’assessorato al sociale si è tristemente trasformato nel contentino da dare a qualche consigliere di maggioranza al fine di premiarlo per i consensi portati durante le ultime elezioni amministrative. Questa logica perversa ha portato, più volte, a far sì che venissero inserite persone inadeguate al ruolo che non hanno mai alzato un dito per constatare la vera situazione sociale che vi è in questa comunità.

Crediamo di poter esprimere queste riflessioni perché in tutti questi anni abbiamo voluto continuamente dedicarci agli ultimi, ai dimenticati, agli emarginati e agli sfruttati, a tutti coloro che non sono mai riusciti a trovare una risposta da parte di quelle istituzioni che dovevano difenderli e non vederli come un peso. Lo abbiamo fatto attraverso doposcuola e assistenza di ogni tipo. Qualcuno ci potrebbe chiedere: perché lo avete fatto? Perché abbiamo constatato la totale assenza dei servizi sociali ad Orta Nova. Più volte ci siamo ritrovati di fronte a casi come quello di Ciro e, notando il totale disinteresse dell’assessore di turno, abbiamo tentato di fare noi qualcosa per chi ci chiedeva semplicemente un tetto sotto cui ripararsi. È quello che abbiamo fatto, ad esempio, negli ultimi mesi con un concittadino rimasto senza casa che, dopo aver ricevuto continuamente porte in faccia dall’assessore ai servizi sociali, era venuto a chiederci una mano.



Tutto questo sta a significare di come le associazioni abbiano cercato di coprire quegli enormi vuoti lasciati da quegli enti che avevano il compito di interessarsi a tali situazioni. Infatti, in tutti questi anni non abbiamo mai assistito ad un progetto, ad un coinvolgimento, da parte di chi era stato eletto per combattere questo tipo di situazione. Ed è per questo che la più grande rivoluzione deve partire proprio dalla lotta per il sociale. Ogni partito o movimento che si candida a voler guidare questa comunità deve porsi un progetto per il sociale in questo Paese, altrimenti persone come Ciro, ucciso dall’indifferenza oltre che dalla povertà, ce ne saranno ancora. La progettazione comunitaria e sociale è l’unica via possibile per affrontare le sfide delle molteplici povertà, sociali, economiche e psichiche, presenti nel nostro territorio. Nel periodo dei sovranismi, del ‘Prima gli italiani!’, un italiano è morto, perché i nemici di questa politica sono i poveri e non le povertà. Prima le persone, prima gli ultimi, prima gli sfruttati!

Comunicato Stampa L’Orta Nova che Vorrei

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