“Un parziale successo”. L’assessore ai beni culturali del Comune di Ordona, Francesco Papagno, ha definito in questi termini la notizia che il Museo Nazionale Archeologico di Taranto (Mar.Ta) a breve esporrà il cosiddetto ‘tesoretto’ di Herdonia, un complesso di 147 monete preziose ritrovato negli anni ’60 e da allora rimasto negli archivi dello stesso polo museale.



LA DISFIDA TARANTINA. Nell’intervista che l’assessore ha rilasciato a Il Megafono dei Cinque Reali Siti ha ricordato che circa un anno fa vi era stata una richiesta formale, inoltrata alla Sovrintendenza di Foggia e al Museo Tarantino, per esporre queste monete all’interno del Museo Civico di Ordona di recente apertura. A seguito di questa richiesta è stata affermata la volontà di esporle e inserirle all’interno di un percorso che farà conoscere il periodo storico di appartenenza e tutto il territorio della Daunia… ma sempre nelle teche del museo tarantino.

IL MUSEO SPOGLIO. Il grande sconfitto di tutta questa vicenda resta il polo museale di Via Soldato Pasculli, all’interno del quale ci sono tante teche vuote e altrettanti reperti negli archivi. L’amministrazione comunale di Ordona sta lavorando per arricchire l’offerta del museo e garantire l’apertura ai visitatori che non sono mai mancati, così come spiega lo stesso assessore:

“Abbiamo avuto circa un migliaio di presenze che sono grossi numeri considerando che non abbiamo ancora una gestione consolidata. Infatti il museo viene aperto con l’aiuto dei volontari, non tutti i giorni ma solo in alcuni giorni della settimana o in periodi di festività. Il museo ha una porzione di video-didattica importante, mentre dal punto di vista dei reperti ne abbiamo ancora pochi esposti a fronte di una pletora di reperti presente nei magazzini. Ma a breve avremo la possibilità di esporli…”.

Si sta lavorando infatti, così come svela l’assessore, ad una rassegna delle grandi rilevanze che sono emerse durante i recenti lavori effettuati da Italferr, sulla tratta che collega Foggia a Potenza. Ci sarebbero corredi funebri e altri orpelli addirittura risalenti all’epoca precedente ai romani, quella dei Dauni, in un continuum storico-archeologico che collega anche l’altro sito di scavo sul territorio di Candela (i cui reperti sono comunque lavorati e conservati all’interno del laboratorio di Ordona). A breve si avranno novità anche in merito a questa mostra che sarebbe motivo di vanto di un territorio intero. Per permettere al Museo di avere rilevanza sul territorio, inoltre, l’assessore confida a microfoni spenti che si sta già lavorando a convenzioni e a percorsi in comune con altri poli museali limitrofi. 



QUALE FUTURO PER IL SITO? Poi c’è il grande tema del sito archeologico di Herdonia, il grande nodo da sciogliere per il futuro archeologico della valle del Carapelle. Un sito che potenzialmente potrebbe esprimersi ai livelli di Pompei ma che per tante motivazioni stenta a decollare. Le ultime novità sugli espropri e su la vertenza amministrativa che pende sul sito ce le fornisce lo stesso Papagno:

“Il sito è un gioiello” – afferma l’assessore – “è una città che si estende su 25 ettari e di questi quelli che tutti conosciamo sono pari a tre ettari ovvero 1/10 del totale. Ad oggi parte di questa città (quella ancora da scavare) è gestita dal Ministero ed è di proprietà dello Stato. Mentre per quanto riguarda i tre ettari visibili e già scavati, in questo momento c’è un contenzioso che riguarda la proprietà privata. Ma rumors che arrivano da Roma ci dicono che siamo a buon punto e che la faccenda sarebbe agli sgoccioli…”.

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