Continua il nostro percorso di avvicinamento alle elezioni amministrative che si terranno la prossima primavera ad Orta Nova. In redazione abbiamo intervistato Gianluca di Giovine, vicepresidente e fondatore dell’associazione politico-culturale de L’Orta Nova che vorrei, di recente confluita all’interno del collettivo politico di “PartecipiAMOrtanova”, insieme ai socialisti, ad elettori CinqueStelle e al gruppo che fa capo al consigliere comunale Pasquale Ruscitto. Dopo una lunga trafila nel sociale, volto della protesta contro la discarica in Località Ferrante e contro gli sgomberi dei campi rom, Gianluca Di Giovine è un docente di filosofia ed è stato candidato al Consiglio regionale nel 2010 (nella lista di SEL) e candidato sindaco nel 2011. Lasciò il partito di Vendola dopo aver rifiutato l’imprimatur dall’alto in vista delle amministrative di quell’anno e quindi decise di fondare L’Orta Nova che Vorrei.



Per questo abbiamo chiesto a lui di spiegarci le strane alchimie che precedono le tornate elettorali locali, oltre che di svelarci il suo futuro in vista della prossima chiamata alle urne. Non prima di aver fatto un bilancio dell’esperienza di Governo dell’attuale sindaco, ormai a scadenza, Dino Tarantino a carico del quale Di Giovine imputa due colpe principali.

“Come bilancio non posso far altro che esprimere un parere negativo, in quanto l’amministrazione Tarantino ha manifestato molte difficoltà nella pratica amministrativa” – afferma Di Giovine. “Queste difficoltà si sono mostrate soprattutto nella gestione dei rifiuti, credo che questo sia il problema cruciale del paese. […] Questo era l’elemento che l’amministrazione Tarantino aveva promosso, all’epoca della campagna elettorale, come aspetto positivo. Un altro aspetto su cui dovremmo riflettere è la questione delle tasse, sempre legata alla gestione dei rifiuti. Questa amministrazione si era proposta come l’amministrazione che avrebbe abbassato le tasse, invece è sotto gli occhi di tutti che non è stato così”.

Allora da cosa si dovrebbe ripartire? Di Giovine individua l’A-B-C della politica che poi sarebbe l’acronimo che contiene le tematiche prioritarie che dovranno essere trattate nella prossima campagna elettorale e dal prossimo sindaco durante il suo incarico: “Ambiente, bisogni dei cittadini e cultura”. Questi sono i temi che si stanno affrontando all’interno del “cantiere” politico di “PartecipiAMOrtaNova” di cui è parte integrante sia l’Orta Nova che Vorrei che appunto lo stesso Gianluca di Giovine.

“Siamo rientrati all’interno di questo nuovo processo politico sostanzialmente per due motivi: il primo riguarda la logica politica di partenza, ovvero invece che ragionare sui nomi dei candidati abbiamo iniziato a ragionare sui programmi, rovesciando l’impostazione classica della politica ortese. L’altro aspetto interessante è che abbiamo condiviso da subito delle idee che riguardano appunto l’ambiente, i bisogni e la cultura”.

Questo il futuro di un collettivo per il quale Di Giovine – ai nostri microfoni – si è dichiarato disponibile a spendersi personalmente anche attraverso una propria ricandidatura qualora dovesse esserci una condivisione sul suo nome o comunque una richiesta da parte di tutti gli altri che fanno parte del gruppo. “Non c’è nessuna velleità di rappresentare chissà che cosa ma semplicemente il desiderio di essere al servizio della mia associaizone”. La vera sfida, non solo quella di PartecipiAMOrtanova, sarà reperire volti nuovi che comunque sappiano intercettare una buona fetta di consenso. Non è facile e sicuramente questo incide sul fatto che si prediligano personaggi già saliti sul più volte sul proscenio politico poiché riconosciuti come detentori di “pacchetti di voti”.



“Attualmente vedo pochi processi di rinnovamento, non solo della classe politica ortese ma anche delle modalità di avvicinamento alla politica ortese. Al momento non sono soddisfatto di quello che sta accadendo. I vari nomi che si stanno spendendo al momento non rappresentano alcuna novità per il paese” – sottolinea di Giovine.

Quella del rinnovamento è anche la sfida che spetta alla sinistra a livello nazionale, investita da un lato dal vento del sovranismo e dall’altro lato dalla verve del populismo. “Per ritrovare sé stessa – conclude Di Giovine – la sinistra deve ripartire dai bisogni degli ultimi, dalla realizzazione che si avverte quando si risolvono i problemi delle persone che ne hanno più bisogno”.

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