“Tutti i latitanti di maggior rilievo hanno bisogno di rimanere sul loro territorio di competenza per amministrare meglio i loro affari”. Con queste parole, il capo della Squadra Mobile di Foggia, Roberto Pititto, ha spiegato i contenuti delle ultime indagini che hanno portato all’arresto di Paolo Sorbo (classe 1976), nella mattinata di martedì 7 giugno.

Sorbo era ricercato da diversi anni, in seguito ad alcuni assalti a mezzi portavalori avvenuti nel 2008, lungo l’autostrada A14 nei pressi di Forlì e all’altezza di Bologna. La Procura Generale della Repubblica, aveva emesso una condanna di 17 anni e 4 mesi, poi confermata dalla Corte d’Appello di Bologna nel settembre del 2015. Per entrambi i colpi, le indagini avevano accertato la presenza di Sorbo, il quale aveva avuto un ruolo di rilievo nella sottrazione di un bottino di oltre 3 milioni di euro. L’assalto allo svincolo di Forlì fu particolarmente efferato, poiché fallita la possibilità di introdursi nel mezzo blindato, gli uomini della banda, armati di kalashnikov, presero di mira i mezzi incolonnati, rapinando la gente comune e creando ulteriore panico tra le malcapitate vittime. Da tempo, il coordinamento della Polizia di Stato, identificata la provenienza di Sorbo, elemento apicale delle bande criminali cerignolane, aveva disposto una ramificata attività di controllo delle campagne alla ricerca del covo dove si nascondeva il maxi latitante.

operazSoltanto in seguito alla rocambolesca operazione condotta alle prime ore del mattino di martedì scorso, gli agenti della Polizia di Stato sono riusciti a sgominare la base operativa di Sorbo, rintracciato all’interno di una casa cantoniera disposta lungo una complanare della Statale 16, all’altezza del territorio comunale di Stornara. All’interno di questo casolare, da tempo ci vivevano un uomo e una donna incensurati, con i loro tre figli. I due adulti identificati sono stati denunciati per favoreggiamento, ma sono ancora da accertare i rapporti che costoro avevano con il ricercato cerignolano. Per il momento i residenti della casa cantoniera non sono stati raggiunti da alcuna ordinanza di custodia cautelare, poiché si ritiene che abbiano accettato di “ospitare” Sorbo soltanto in virtù delle minacce del malvivente e del timore che nutrivano nei suoi confronti. Una volta accortosi dell’arrivo degli agenti, Sorbo ha anche tentato di dileguarsi scavalcando il guardrail della Statale 16. Ad attenderlo però, anche sulla corsia della strada principale, vi era già una pattuglia della Polizia che ha provveduto a fermare il malvivente in fuga.

strumentiIn seguito ad un’accurata perquisizione dell’abitazione, sono stati rinvenuti anche alcuni attrezzi chiaramente riconducibili all’attività prediletta da Sorbo. Una vera e propria centrale operativa, nascosta in una struttura insospettabile, all’interno della quale erano stipate tre mototroncatrici, adoperate per tagliare le lamiere dei mezzi; quattro saldatori a gas, due lampeggianti di colore blu e numerosi martelli infrangi vetro, seghetti, scalpelli e altri tipici strumenti da scasso. Nel covo di Sorbo, i reparti del Servizio Centrale Operativo e della Mobile hanno recuperato anche numerosi cellulari con schede telefoniche, delle radio ricetrasmittenti e una somma di denaro di circa € 2000. Nel cortile della casa cantoniera era adagiata anche una grossa rete metallica a bande chiodate, utilizzata per rallentare l’arrivo dei mezzi delle forze dell’ordine, durante le concitate operazioni criminali. La paziente organizzazione del clan militarizzato si è potuta evincere anche dal rinvenimento di vari fogli di carta riportanti una serie di memo, con orari, località e tempi di percorrenza delle vetture prese di mira.

“Non è da escludere che Sorbo sia collegato ad altre operazioni di questo tipo, avvenute in Provincia di Foggia. Al momento, non abbiamo alcun elemento per ricollegare questa figura criminale all’assalto al caveau della NP Service, avvenuto nel giugno del 2014”. Ulteriori indagini saranno condotte per cercare di risalire anche agli altri membri della banda guidata da Sorbo. Di fondamentale importanza saranno le immagini che le forze di Polizia hanno acquisito durante l’attività di sorveglianza del casolare, condotta in questi ultimi mesi. Da quanto è stato detto, diverse persone si sarebbero recate in visita da Sorbo, probabilmente per ricevere indicazioni utili al fine di organizzare nuovi colpi. Ancora da accertare, uno specifico collegamento di Sorbo, con altre bande specializzate in assalti ai portavalori sgominate sempre nel territorio di Cerignola. “Il fenomeno degli assalti ai mezzi portavalori – hanno spiegato durante la conferenza tenutasi in Questura a Foggia – globalmente è in aumento, soprattutto lungo l’Autostrada A14. Ma nello specifico della nostra realtà locale stiamo cercando di contrastare al meglio questo tipo di attività. L’ultima operazione portata a termine ne è una prova”.

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