Il 2 agosto scorso ci ha lasciati sicuramente uno dei più grandi protagonisti del cambiamento pugliese, Guglielmo Minervini. Chi era Guglielmo Minervini? E’ importante sottolinearlo per far capire la straordinarietà di quest’uomo che ha speso tutta la sua vita dedicandosi alla politica intesa come l’aiutare il suo prossimo. Ricordiamo, infatti, i suoi primi impegni nel volontariato e l’impegno nel fronte della pedagogia, del pacifismo e del cattolicesimo democratico. Fu fondatore della cooperativa “La Meridiana” a Molfetta, in quanto era stato ispirato dalla figura di don Tonino Bello. Vescovo di Molfetta e punto di riferimento, anche in politica, per lo stesso Guglielmo.

Nel 1994 decise di candidarsi come sindaco presso il suo paese, Molfetta, e fu il primo sindaco dopo molto tempo ad essere appoggiato da tutta la sinistra. Il che non è solo un semplice dettaglio, ma sottolinea l’ammirazione da parte di tutti nei confronti di questo uomo. Rimase sindaco del suo paese dal 1994 al 2000 e negli anni del suo mandato, uno dei suoi obiettivi principali fu la lotta alla corruzione e al malaffare. Molfetta lo ringraziò per quello che aveva fatto e manifestò la propria gratitudine proprio durante le elezioni regionali del 2005. Minervini fu uno dei più votati all’interno della sua lista “La Margherita” appoggiando la candidatura di Nichi Vendola.

Dal 2005 al 2015 è stato assessore, inizialmente dei Trasporti e successivamente gli verrà assegnata la delega alle Politiche giovanili. E fu proprio qui che manifestò la sua straordinarietà attuando progetti che rivoluzioneranno totalmente la Puglia. Pensiamo, per esempio, al piano “Bollenti spiriti”, ideato per promuovere e sostenere la formazione e l’avvio al lavoro dei giovani pugliesi. All’interno del programma rientravano progetti come “Principi attivi” per il finanziamento, a fondo perduto, delle start up; “Ritorno al futuro” per stanziare borse di studio ai pugliesi vogliosi di studiare fuori, ma con l’impegno etico di tornare a lavorare in Puglia; “Laboratori urbani” per il riutilizzo di spazi pubblici abbandonati.

Nel 2014 deciderà di candidarsi alle primarie regionali del centro-sinistra come candidato Presidente. Una candidatura di “rottura” come la definirà lui stesso. Per far sì che le primarie non si basassero su un semplice scontro tra aree, PD vs SEL, ma che vi fosse una candidatura di progetto. In quelle primarie Minervini arrivò terzo e non riuscì a vincerle. Dopo aver osservato la deriva fatiscente del PD a livello nazionale, nel 2015 decide di uscirne fuori e di fondare il suo movimento “Open”. Alle elezioni regionali del 2015 decise di candidarsi con la lista “Noi a sinistra”, lista fatta insieme alla stessa Sel, e anche questa volta fu uno dei più votati. Diventando, successivamente, capogruppo della stessa lista. Nel 2016 aderisce insieme al suo movimento al progetto di Sinistra Italiana e infatti per mesi e mesi è rimasto una delle colonne più importanti della sinistra pugliese.

Basta citare questo per far capire come Guglielmo Minervini sia stato un vero e proprio rivoluzionario pugliese.

minUno dei pochi politici che è riuscito a dare una svolta a questa Regione. Basti pensare che le sue politiche sono state premiate, ed uguagliate, in tutta Italia. Una delle frasi più belle che mi porterò dentro, che poi è stato l’ennesimo grande insegnamento, l’ascoltai durante il convegno “giovani e politica” che si fece durante la festa dell’Unità di Orta Nova nel 2014. Durante il suo discorso, riferendosi al suo impegno politico, affermò: “Spesso quando torno a casa, mi chiedo ma chi me lo ha fatto fare? E non riesco mai a trovare risposte a questa domanda. Ecco, il non trovare risposte a questa domanda è sempre un segnale positivo perché significa che ci si impegna senza avere tornaconti; quando invece si trovano risposte, è un brutto segno”.

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