E’ scontro totale tra i vertici di Sia e il Comune di Trinitapoli. Negli ultimi giorni, la maggioranza rappresentata dal sindaco Francesco Di Feo, con una delibera di Giunta, aveva approvato il pagamento dei cosiddetti costi aggiuntivi, cercando di mediare in “via amichevole” la vertenza sul piano di rientro economico per evitare il default dell’azienda di raccolta e smaltimento rifiuti nel bacino di Igiene Fg/4. Il comune della Bat aveva approvato una liquidazione di 349.000 euro circa, per coprire quanto meno gli aumenti derivanti dal conferimento presso la centrale di Grottaglie e dal minor ricavo dei contributi Conai. I vertici di Sia però avrebbero rifiutato la proposta, attendendosi come da principio il pagamento di una somma di circa 550.000 euro.

Duro l’attacco delle opposizioni interne al comune trinitapolese, a commento degli ultimi stravolgimenti che porteranno ad una risoluzione per via giudiziaria, al fine di stabilire se la cifra richiesta sia confacente al servizio offerto. “I risultati che trapelano dall’udienza che si è tenuta giovedì davanti al Giudice del Tribunale di Foggia, nella causa d’urgenza presentata dalla SIA contro il Comune di Trinitapoli – commenta la consigliera, Anna Maria Tarantino – rendono ancor più palesi gli errori commessi negli ultimi mesi dall’amministrazione Di Feo, nella gestione della richiesta di aumento dei costi della raccolta e smaltimento dei rifiuti”. Secondo la portavoce di “Trinitapoli nel Cuore”, infatti, la deliberazione di Giunta con la quale si è approvata la proposta di transazione si sarebbe rivelata un grande fallimento, a fronte del rifiuto incondizionato dei ragionieri consortili.  “Aver preteso di far votare in consiglio comunale una proposta che la Sia non aveva alcuna intenzione di accettare –continua – è diventato un segno di debolezza, tanto da essere definito dalla stessa Sia ‘con valenza confessoria’ ovvero che il Comune ha di fatto già ammesso placidamente che deve pagare di più per i servizi resi dalla società”.

Situazione totalmente diversa per ciò che riguarda l’altro comune che ha sempre fatto resistenza ad ottemperare alle richieste dei vertici consortili. A San Ferdinando di Puglia – comune definito da Metta come “Repubblica autonoma – il sindaco Lamacchia, non si è smosso dalla trincea, resistendo in giudizio contro il parere di Sia. Anche in questo caso, sarà il giudice a stabilire se il Comune dovrà necessariamente mettere sul piatto le somme richieste, imponendo agli uffici di ragioneria di ricalcolare le aliquote Tari e quindi di incidere notevolmente sulle tasche dei cittadini. Le altre situazioni tutt’altro che risolte riguardano il comune di Orta Nova e quello di Carapelle, dove sono tuttora in corso dei tavoli tecnici per mediare sulle modalità di rientro, dopo che le opposizioni hanno fatto fronte comune, rigettando qualsiasi eventualità di un aumento dell’imposta sui rifiuti. Prima di dicembre è necessario trovare una quadra, per non mettere in liquidazione il grande “carrozzone” giunto a pochi passi dal baratro. La prossima data sarà già decisiva: per il comune di Trinitapoli, la causa è stata rinviata al 18 ottobre. Il giudice avrà l’onere e la responsabilità di disporre o meno un aumento spaventoso delle tasse, sottraendo all’amministrazione un passaggio critico dal punto di vista del consenso. “Mai la politica si è mostrata così nuda”, conclude con notazione polemica la consigliera Tarantino.

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