Secondo gli studi di settore pubblicati dal Centro Ricerche di Intesa San Paolo, la filiera pugliese dell’agroalimentare starebbe subendo un’importante battuta d’arresto, rispetto alle percentuali registrate nelle annate precedenti.  A destare preoccupazione, sarebbero soprattutto le aziende del barese, passate dai 136 milioni di euro di fatturato all’estero del secondo trimestre 2015, ai 63 milioni di quest’anno.

Anche la Capitanata, da sempre riconosciuta come zona leader per l’ortofrutta, ha fatto segnare un decremento del 4,5 in termini percentuali; dei dati allarmanti se si pensa che il comparto costituisca tuttora una buona fetta del reddito locale. Proprio in questi giorni si è parlato di export e di strategie per il rilancio della filiera al Fruit Attraction di Madrid, la fiera internazionale del settore dell’agroalimentare tenutasi dal 5 al 7 ottobre, proprio nella capitale iberica.

Oltre 770 buyers, 1200 espositori da 40 paesi diversi e ben 55 mila visitatori hanno animato una kermesse di recente formazione che già si sta affermando in maniera importante a livello internazionale, come vetrina per attrarre flussi economici e scambi extra continentali. In rappresentanza della Puglia, vi era l’assessore regionale all’agricoltura Leonardo Di Gioia, che ha affiancato i delegati di Unioncamere e gli operatori economici pugliesi presenti negli stand.

A presentare le peculiarità del territorio, tra gli oltre 100 espositori italiani, c’era anche uno spazio dedicato all’azienda dei fratelli Cericola, leader nel settore della trasformazione del carciofo e dell’asparago, con sede logistica in contrada Cavallerizza ad Ordona, a pochi passi dal sito archeologico. La realtà ordonese non è nuova alle partecipazioni di respiro internazionale. Dopo le esperienze al Fruit logistica di Berlino e al Macfrut di Rimini dello scorso 14 e 15 settembre, quest’anno ha deciso di prendere parte a questa ulteriore vetrina, dove Vito Cifarelli (Sales &Marketing Manager) e Ivana Cericola (CFO dell’azienda) hanno raccontato ai visitatori la mission del brand nato negli anni ’80 dall’idea di papà Michele.

Nonostante l’annata difficile per il broccoletto, a causa delle ingenti piogge, oggi il fatturato dell’azienda si attesterebbe intorno ai 6 milioni di euro, con una crescita annuale dell’8%. Per quanto riguarda le forniture, queste in parte provengono dalle piccole aziende agricole situate nel territorio circostante e in altra parte vengono importate dalla Sicilia, dall’Egitto e dalla Tunisia. Il 70% della produzione viene poi immesso nei circuiti della Grande Distribuzione, un 15% viene venduto sul mercato interno e il restante 15% viene esportato sul mercato estero. Ma il dato innovativo, quello che deriva proprio dalle strategie di promozione e dalla partecipazione alle fiere, sarebbe la rinnovata attrattività sui mercati esteri, in netta controtendenza con quelle che sono le risultanze degli studi recenti di Intesa San Paolo.

“Le kermesse internazionali – aveva riferito in un’intervista rilasciata a questa testata, Vito Cifarelli – sono un’importante occasione per farci conoscere anche all’estero e per comprendere le tendenze generali che stanno prendendo corpo nei mercati di altri prodotti ortofrutticoli. Per ciò che ci riguarda invece, il carciofo è ancora un alimento tipicamente italiano, ma il nostro obiettivo è quello di farlo conoscere anche fuori dall’Europa. Attualmente, per quanto riguarda il commercio estero, i rapporti già ben avviati, sono soprattutto quelli con la Francia e la Svizzera, paesi sempre molto esigenti dal punto di vista della qualità”.

Ha espresso il proprio giudizio favorevole, a fronte dell’interesse dei buyers verso le aziende pugliesi, anche l’assessore Di Gioia. “Una piccola ma significativa rappresentanza pugliese a Madrid – spiega – per una manifestazione che è ancora molto giovane ma, con tutta evidenza, in forte crescita.  Per le aziende pugliesi presenti in questi giorni è un ulteriore riconoscimento della qualità dei prodotti presentati. “L’ortofrutta pugliese è un settore destinato a crescere esponenzialmente per la qualità riconosciuta dei nostri prodotti, derivante da una filiera fortemente controllata. L’auspicio è che, anche con il sostegno  della Struttura regionale, il prossimo anno possa aumentare il numero di aziende partecipanti sì da far conoscere la nostra qualità e poter competere a buon diritto in mercati particolarmente attrattivi come quello tedesco, per esempio.  Investimenti in promozione ed innovazione sono le nostre grandi opportunità di crescita per il futuro.”

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