E’ stata un’assemblea di Consorzio piuttosto fruttuosa, l’ultima tenutasi in ordine di tempo, che ha visto coinvolti i vertici amministrativi e i sindaci dei Comuni che gestiscono la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti tramite l’azienda in house della Sia. La manovra di salvataggio procede a spron battuto, nel tentativo di conciliare le posizioni – spesso discordanti – dei 9 comuni del Basso Tavoliere e di salvare le 330 posizioni lavorative in organico. A prospettare uno scenario interessante, è stato il sindaco di Cerignola, nonché presidente del Consorzio d’Igiene fg/4, Franco Metta, nel porre all’attenzione dei presenti, il punto all’ordine del giorno, quello relativo all’impiantistica e alle manifestazioni di interesse da parte dei  privati.

Si starebbe vagliando, secondo quanto ha affermato, la possibilità di riorganizzare la struttura di Sia, in due distinte divisioni, aventi per oggetto da un lato l’attività di raccolta, spazzamento e trasporto e da un altro la gestione dell’impiantistica. Questa divisione di settori e competenze, così come prospettato dal CDA Sia, sarebbe propedeutica alla messa in opera di una sinergia pubblico-privata per la realizzazione dei lavori necessari al corretto funzionamento dell’azienda “fermo restando – ha subito chiarito Metta – che la Sia rimarrà interamente di proprietà pubblica, senza modifica della proprietà della società riconosciuta in capo al Consorzio”.

Sulla ratio di questa scelta pendono due delle questioni più urgenti che l’azienda ha dovuto fronteggiare in questi ultimi mesi: la realizzazione del VI lotto (dopo la saturazione di quelli già presenti) e la biostabilizzazione dei rifiuti organici, dopo il sequestro del relativo settore disposto in seguito ai rilievi del NOE. Queste sono le aree d’intervento che verrebbero delegate a delle aziende private chiamate ad agire secondo logiche di mercato, garantendo altresì un tornaconto e dei vantaggi anche all’azienda consorziata. La notizia che è trapelata dalla riunione organizzativa dello scorso 11 ottobre è quella secondo la quale ci sarebbero già le prime manifestazioni di interesse provenienti da alcune imprese private, pronte a prendere in carico questi lavori, dopo l’opportuno espletamento di una gara d’appalto. In questa sinergia, l’azienda metterebbe a disposizione quello che ha in favore del privato che si accollerebbe l’onere di costruire quanto necessario. Mentre già è stata programmata la conclusione del lavoro di revamping dell’impianto di biostabilizzazione (prevista per l’agosto 2017), la maggior parte dei sindaci ha già dichiarato di essere favorevole a questa apertura al privato.

“Avremo tempo per capire come saranno definiti questi rapporti – spiega il sindaco di Stornara, Rocco Calamita  – ma se è necessario a salvare la Sia allora ben vengano i privati”.

Ma buone nuove giungono anche dal fronte della contrattazione interna con i comuni che non ancora hanno adeguato i contratti di servizio, secondo le richieste di Sia. A darne notizia è lo stesso Metta: “Ogni divergenza tra Sia e il Comune di Trinitapoli è stata oggi definita mediante la sottoscrizione di una intesa transattiva, sottoscritta dal Sindaco Di Feo e dal Presidente SIA prof. Giuseppe De Venuto. Il Sindaco di Trinitapoli – spiega Metta – ha provato con i fatti di essere un severo tutore degli interessi della sua comunità , ma anche Amministratore capace di privilegiare il futuro della propria città e del comprensorio nel quale essa è inserita”.

Il comune di Carapelle, invece, dovrebbe approvare l’addendum nella giornata di oggi, mentre rimane sulle sue il comune di Orta Nova che era stato il primo ad allinearsi, salvo doversi poi ricredere in seguito al pressing della minoranza interna. Si muove qualcosa anche sul fronte del recupero crediti verso enti terzi al Consorzio. Nello specifico, il dottor Rocco Lisi, presidente del Collegio dei sindaci di Sia, ha espresso la sua soddisfazione per il lavoro svolto negli ultimi 8 mesi, durante i quali sono stati incassati circa 180.000 euro dall’Ase Manfredonia, come prima tranche di altre somme che giungeranno nei tempi prestabiliti. Il decreto ingiuntivo “pilota” emesso nei confronti del Comune di Peschici, invece, è stato invece rigettato dal Giudice in quanto non basato su elementi quantificati in una delibera di Consiglio Comunale.

Nonostante ciò, si è stimato che a fronte della perdita prevista per inizio anno (circa 4,5 milioni di euro), le previsioni degli ultimi mesi, fino alla data del 31 dicembre, facciano sperare in un passivo fortemente ridotto, soprattutto in virtù dei contratti integrativi sottoscritti dalla maggior parte dei Comuni afferenti.

Nonostante il mancato introito del conferimento in discarica – secondo i dati forniti da Lisi – sarebbe in atto una riduzione dei costi per oltre 550.000 euro, che in proiezione per la fine dell’anno si attesterà sui 900.000 euro. Sul piano delle forniture interne, è stato specificato che sono tuttora in corso anche le transazioni con i fornitori per la riduzione dei debiti pregressi. Dunque, la totalità di questi interventi, secondo i calcoli di previsione, permetterebbe di quantificare un debito di soli 1,8 milioni di euro a fine anno; una somma che potrebbe essere ulteriormente decurtata se tutti i tavoli tecnici, così come annunciato da Metta, riuscissero a “partorire” degli accordi integrativi, come richiesto da Sia, entro la fine di quest’anno.

A fronte di quest’ultimo quadro confortante, Metta ha espresso ottimismo incondizionato: “Il rischio per la continuità di SIA e’, dunque, scongiurato – conclude – a dimostrazione che la volontà tenace di tutelare la azienda meritava di essere premiata”.

 

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