Quando è il caso di dire che gli ex combattenti tornano in trincea. E’ quanto sta accadendo nelle ultime ore a Carapelle, dove lo scorso 4 novembre i nonnini sprint della sezione di Via Sabauda 36 erano pronti per celebrare, come ogni anno, la giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate, come avviene in tutti i comuni d’Italia, o quasi tutti. Salvo venire a conoscenza, poche ore prima, che né il sindaco né altri esponenti dell’Amministrazione comunale del piccolo centro dei Reali Siti, avrebbero presenziato alla parata solenne e alla deposizione delle corone floreali.

“Quella mattina avevo issato il Tricolore fuori dalla nostra sezione” – racconta Salvatore Samele, uno tra i più anziani ex combattenti in paese. “Ma poi non si è fatto nulla, nessun corteo,  nessuno si è fatto vedere, e così il fioraio ha depositato le corone nell’indifferenza più totale”.

Nel corso degli anni precedenti si era sempre tenuta una manifestazione pubblica presieduta dal sindaco, le cui funzioni da due anni a questa parte sono nelle mani di Remo Capuozzo. Quest’anno per impegni sopraggiunti nessun esponente della sua Giunta ha partecipato nonostante la delibera n.106 del 28 ottobre scorso abbia destinato la somma di € 1600 per “la buona riuscita della manifestazione” e per “le forniture delle corone di alloro, della composizione floreale e della banda”. Il tutto si è risolto poi con due corone, una depositata sulla stele nei pressi della chiesa BVM del Rosario e una nei pressi del monumento in Piazza della Repubblica, oltre alla decorazione floreale rilasciata nel cimitero nel giorno della commemorazione dei defunti.

“Questi acquisti non sembrano giustificare la somma di €1600 – spiega il consigliere di minoranza de Il Salto, Umberto di Michele – per questo presenteremo un’interrogazione consigliare al fine di capire nel dettaglio per cosa sono state utilizzate le somme erogate con la predetta delibera di Giunta”. 

Sullo sfondo permangono i continui conflitti tra l’amministrazione e la sezione dei Combattenti, ai quali è stato intimato lo sfratto per fare spazio alle attività della parrocchia attigua. Per questo motivo i temerari hanno inviato una missiva alla direzione centrale dell’Associazione Nazionale Combattenti e reduci d’Italia, nella speranza di riuscire a conservare uno dei pochi luoghi di aggregazione ancora presenti in paese, nonché una testimonianza storica di particolare rilevanza sentimentale per gli ultimi reduci rimasti in vita in quel di Carapelle.

 

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