Tra buonisti e voltagabbana dell’ultim’ora tra le file della sinistra ortese che ha appoggiato il si alle elezioni per aggiornare la carta costituzionale, ad Orta Nova gli elettori hanno tradito le aspettative della “paladina della giustizia”, divenuta stranamente, negli ultimi tempi, sempre più latitante, taciturna e fuggitiva in merito alla questione referendum.
Già da qualche giorno infatti, alcuni talenti figuri dell’ex maggioranza comunale targata PD serpeggiavano sui social network locali additando i propri cittadini con appellativi arroganti ed offensivi, pregni del veleno che ormai caratterizza il linguaggio politico dei democratici locali, col fine di manipolare il consenso degli elettori, che erano orientati a votare NO.
Ebbene, tali complimenti gratuiti, la maggioranza dei cittadini ortesi, stando ai risultati nelle urne, li ha rispediti al mittente, decretando anche lo stato di decesso politico del partito democratico ortese targato Calvio, evidentemente non già pago dell’ultimo risultato nefasto alle elezioni amministrative. Lo scenario che appare all’indomani del referendum apre sicuramente nuovi orizzonti sul futuro governo guidato da Renzi: non eletto, non democratico, non riproponibile.
Se da un lato il voto del referendum voleva essere fonte di legittimazione per questo burrascoso governo, ideatore delle peggiori riforme avvenute nell’ultimo secolo in materia di pubblica amministrazione, lo stesso voto si è dimostrato il banco di prova per la democrazia nazionale, che ha oggi un significato chiaro: i cittadini vogliono decidere il loro futuro attraverso le elezioni.
Le bugie raccontate da Roma fino ad Orta nova, dalle segreterie del Partito Democratico, adesso si fanno sintesi di una sconfitta che ha il sapore di un modo di fare superficiale, antidemocratico che rasenta talvolta l’illegalità a discapito dei cittadini.
Sarà stata la crisi economica che le famiglie stanno vivendo, sarà stata la crisi del mercato del lavoro peggiorato con il jobs act, sarà stato l’avvento dell’antipolitica tra gli scranni del parlamento, fatto sta che da ogni lembo dello stivale il grido è stato forte e chiaro: torna a casa Renzi!!!

Comunicato Stampa Forza Italia Orta Nova

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