Un’intera comunità, nel corso della giornata di domenica, si è stretta attorno alle proprie peculiarità enogastronomiche, cercando di prospettare ulteriori sviluppi positivi, soprattutto per il comparto cerealicolo locale. Sotto questi auspici, a Stornarella si è tenuta la prima Festa del Territorio che ha visto la partecipazione di diversi attori, tutti con un ruolo specifico nell’organizzazione di un format che ha già riscosso un notevole successo in altre zone della Capitanata. E’ stata una dimostrazione di come sia possibile chiudere la filiera di un particolare ramo agricolo – in questo caso quello dal grano alla pasta – in maniera efficace, cercando di oltrepassare le mediazioni che decurtano i prezzi oltre che per raggiungere direttamente il consumatore finale. Lo chiede l’economia di mercato, ne ha bisogno anche il territorio dei Reali Siti che rimane a forte vocazione agricola ma ancora deficitario da questo punto di vista.

Hanno fornito esempi virtuosi di questo tipo alcune tra le più capaci realtà imprenditoriali del tessuto economico locale, ordinatamente sistemate all’interno della grande tensostruttura, posizionata per l’occasione in piazza Umberto I. Sin dall’apertura del passage culinario è stato possibile conoscere il prodotto portante della Cooperativa agricola Santa Maria della Stella, protagonista indiscussa dell’evento. Si tratta della pasta “Reali Siti” che viene interamente realizzata con materie prime coltivate in loco.

15542461_1815039868781191_6068704591662992720_n“Stiamo proponendo un prodotto di nicchia di notevole qualità, trafilato a bronzo” –  sottolinea Michele Olivieri, presidente della coop – “il nostro desiderio è quello di far comprendere tutte le ricadute positive della tracciabilità di ciò che mangiamo, sia dal punto di vista economico che per quanto riguarda la nostra salute”.

Durante il pomeriggio, all’interno della Sala consiliare di Stornarella, si è tenuto un intenso dibattito sulle prospettive del settore, a tratti anche duro e denso di interventi autorevoli. “Agricoltura, cultura e benessere”. Questo il titolo del confronto che è stato introdotto da alcuni docenti dell’IPSSEO di Margherita di Savoia che ha curato il servizio d’ordine di tutta la serata. Di particolare interesse è stata la dialettica che si è sviluppata tra gli esponenti di Grano Salus e i due deputati pugliesi presenti, Colomba Mongiello (PD) e Francesco Carriello (M5S). Nello specifico, il dottor Andrea Di Benedetto, micologo e membro del Cda Grano Salus, ha rimarcato il tema delle importazioni “selvagge” di grano e dell’abbassamento dei parametri di controllo sulle micotossine nei cereali che vengono comunemente utilizzati in Italia per produrre le paste industriali.  A queste osservazioni ha risposto dapprima il deputato grillino, che ha esposto il lavoro condotto in Commissione parlamentare d’inchiesta sulla contraffazione, e poi la deputata foggiana, componente della commissione agricoltura e fautrice della cosiddetta legge “Salva olio”.

15541524_1815040285447816_8851649785350694594_n“Per quanto riguarda il grano – sottolinea la parlamentare del PD – stiamo discutendo in commissione gli interventi più urgenti da mettere in atto. Innanzitutto è necessario garantire l’etichettatura e la tracciabilità anche della materia prima che caratterizza questo comparto, poi sarà nostro dovere insistere sugli incentivi per la filiera corta, così come sulla necessità che il CUN del grano duro si sposti da Bologna a Foggia che è il capoluogo di provincia con la produzione più alta di grano a livello nazionale. Per discutere di questi provvedimenti, ascolteremo tutti, perché è giusto che al tavolo delle trattative si siedano sia i produttori che i commercianti”.

Al termine del dibattito, prima di lasciare spazio alle degustazioni in Piazza, ha portato la sua testimonianza anche Rosario Didonna, ambasciatore internazionale del Gusto e apprezzatissimo chef dell’Hostaria U Vulesc di Cerignola.

“Spesso siamo noi italiani i primi contraffattori dell’italianità” – spiega – “inoltre spetta a noi fare delle scelte oculate quando facciamo la spesa. Spesso si tratta di pochi centesimi in più che però permettono di acquistare prodotti più salutari. Porto la mia esperienza con Foodscovery, attraverso cui ho scoperto un mondo di prodotti tipici locali di primissimo livello, che meriterebbero sicuramente maggiori attenzioni”.

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