Ci avviciniamo ormai all’8 marzo, Giornata internazionale della donna, per celebrare e ricordare le conquiste politiche e sociali ottenute grazie alle lotte portate avanti dai movimenti femministi. Ricordiamo di come la prima volta che venne celebrata questa festa fu nel 1908-1909 negli Stati Uniti d’America. Successivamente, in Italia, la prima volta che verrà celebrata questa giornata sarà il 12 marzo 1922, quindi una domenica dopo l’8 marzo, per iniziativa del Partito Comunista italiano. Infatti proprio in quei giorni venne fondato il periodico “Compagna” dove venne riportata una lettera di Vladimir Lenin nella quale lo stesso rivoluzionario volle ricordare come il ruolo delle donne fu fondamentale nel corso della Rivoluzione d’Ottobre.  Ma nel 1975 l’Onu decise di ufficializzare la data dell’8 marzo come giornata internazionale della donna.

Nel corso degli anni vi sono state diverse polemiche relative a questa giornata. In un giorno in cui bisognerebbe ricordare le conquiste sociali e politiche, ma soprattutto la violenza a cui spesso sono sottoposte le donne sia a livello fisico (ad esempio il femminicidio) sia in ambito lavorativo pensando per esempio a quante donne non vengano concessi diritti basilari come quello alla maternità o alla malattia; oppure di come tante non vengano retribuite come gli uomini nonostante facciano le stesse ore di lavoro, ecco che spesso la medesima festa venga tergiversata.

Negli ultimi giorni le polemiche e le critiche hanno toccato il comune di Orta Nova per lo striscione affisso dall’amministrazione comunale per fare gli auguri a tutte le donne. Molti hanno contestato l’immagine della donna rappresentata all’interno di quello striscione: una donna troppo scollata e con uno sguardo ammiccante che ci riporterebbe indietro anni luce rispetto alla concezione dalla quale la donna dovrebbe uscire.

La prima bordata proviene dalla consigliera comunale del Partito Democratico, Iaia Calvio, la quale sul suo profilo facebook scrive: “E poi succede che scopri che per il sindaco di Orta Nova e il suo “dream team” la donna è quella rappresentata in quel vergognoso striscione che campeggia sulla facciata del Municipio:nuna ragazza in posa ammiccante, attaccatura del seno in bella vista, camicetta con scollatura profonda, spallina che cade lasciando nuda una spalla, sguardo in modalità “maschio guardami”, distesa su uno spumeggiante letto di mimose con gambe all’aria! VERGOGNA!!!!!! Quello striscione è insopportabilmente offensivo della DIGNITÀ delle DONNE. Di quelle che da anni lottano e muoiono per eliminare certi cliché ignoranti e sessisti, di quelle che si impegnano per affermare il loro merito e le loro competenze, di quelle che oltre il vestito c’è l’intelligenza, di quelle che lottano per affermare il loro diritto all’istruzione, di quelle che lottano per affermare il loro diritto di scegliere e di autodeterminarsi, di quelle che muoiono sotto i colpi di una subcultura sessista e bifolca”.

Si accoda alle critiche anche la consigliera d’opposizione, Maria Rosa Attini la quale ribadisce: “L’amministrazione comunale di Orta Nova fa gli auguri a tutte le donne !!! Poiché io sono fortemente di parte e trovo inopportuno questo manifesto per favore ditemi voi cosa ne pensate a riguardo? È giusto secondo voi rappresentare la donna in questo modo?”

Molti hanno condiviso la critica portata avanti da entrambe le consigliere confermando che quel manifesto leda la dignità delle donne.

1 COMMENTO

  1. Provo a fare un commento senza entrare nel merito delle polemiche; la questione femminile è complessa e spesso le donne sono state vittime di una rappresentazione ideologica da parte del potere politico , per non parlare del potere economico e commerciale. Il sottoscritto spesso, per bonificarsi gli occhi e la mente , si alza di buon mattino per osservare Orta Nova in orari diversi per cercare di cogliere gli aspetti positivi che questa nostra cittadina ha; si capisce che di mattina non ne trova molti; certo noto le donne che accompagnano i figli a scuola, giovani e meno giovani; e poi tante donne che considerano la piazza la vetrina del loro fascino; pertanto che scopro di bello la mattina presto? che tante donne per dare da mangiare ai propri figli o contribuire al sostegno delle proprie famiglie, vestite con abiti da lavoro similari si avviano a piedi verso il loro posto di lavoro, che a mio giudizio sono luoghi di fatica e spesso di sfruttamento. Realtà triste ma nello stesso tempo dimostra che le donne del nostro paese non sono tutte come ci appaiono in altre ore della giornata. edi io a queste donne rivolgo un pensiero di solidarietà e di stima umana.

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