Ci si auspicava il meglio, ma per adesso bisognerà ancora attendere. Nelle scorse settimane il Ministero dei Beni Culturali e del Turismo ha inviato una notifica al comune di Ordona, con preghiera di girare la comunicazione allegata alla signora Cacciaguerra e ai suoi eredi aventi diritto. La destinataria è la detentrice degli ultimi terreni non ancora espropriati all’interno dell’inespresso sito archeologico di Herdonia, sul quale da anni è in corso un braccio di ferro tra le istanze pubbliche e quelle private. I ricorsi pendenti sull’ultima tranche della procedura amministrativa di esproprio riguardano sostanzialmente il calcolo dei premi di rinvenimento e la carenza di un progetto fattivo per il rilancio della zona archeologica che, in attesa dei tempi biblici della Giustizia italiana, perde giorno per giorno la sua potenziale attrattività.

La notifica in questione è giunta con colpevole ritardo all’erede del conte Cacciaguerra e solo dopo alcuni colloqui intercorsi tra la signora Ambretta e i responsabili delle Soprintendenze pugliesi, la stessa è riuscita a decifrarne il contenuto. “Si tratta di vecchi fondi che erano già nel circuito del Ministero – spiega Ambretta Cacciaguerra a Il Megafono – questi sono stati isolati dopo il riordino delle competenze delle varie Soprintendenze pugliesi. Fino a poco tempo fa, infatti, avevo sempre fatto riferimento a quella di Taranto che di recente è entrata a far parte del distretto di Lecce. Per questo motivo, l’ultima comunicazione che mi è stata recapitata, è giunta proprio da Taranto”.

Da quanto ha avuto modo di raccontare la storica custode e proprietaria, la competenza del sito è passata nelle mani della Soprintendenza di Foggia e in questo passaggio di consegne è stato incluso un fondo cassa di 150.000 euro da destinare totalmente al futuro esproprio dell’ultima parte dei terreni su cui sorge la città di Herdonia, per la precisione quelli sui quali sorgono le strutture scavate dalla troupe del belga Joseph Mertens negli anni ’60. Questi fondi saranno la chiave di volta soltanto qualora dovesse risolversi il contenzioso, ma fino a quel momento non saranno utilizzabili per altre finalità o scopi.

“All’interno della missiva – continua la Cacciaguerra – era annunciata la presenza di un allegato che evidentemente hanno dimenticato di inserire. Pensavo che si trattasse di una inadempienza delle Poste e invece è stata proprio una loro dimenticanza”.

Nessuna traccia però di un’offerta o di una riformulazione di un piano di gestione. Infatti è proprio questo il punto su cui tiene botta la proprietaria. Fino ad adesso si è sempre impegnata nel prendere parte ad eventi promozionali del sito, di sua volontà e con risorse proprie. Quelle rovine tardoromane, che a loro volta sorgono sui primi insediamenti dauni, sono divenute la sua storia e il motivo della sua esistenza e per questo ha intenzione di mollare la presa soltanto dinanzi ad un progetto concreto. A cavallo degli anni duemila ci aveva provato anche una troupe guidata dall’ex rettore dell’Università di Foggia, Giuliano Volpe, a ampliare la zona degli scavi, con risultati discutibili per mancanza di fondi e programmazione. Oggi Ambretta, dopo l’ultima comunicazione dal Ministero, torna a fare la voce grossa a difesa di quella parte della storia della sua famiglia.

ambretta“Finché non presenteranno un progetto che potrà garantire il reale sviluppo del sito di Herdonia con tutte le conseguenti ricadute positive per il territorio, non accetterò nessuna offerta a nessun costo. A riguardo della somma vincolata dal Ministero, magari il compenso potrà essere maggiore o inferiore. Non è questo il dato rilevante. Quello che importa è che questo parco archeologico abbia le attenzioni che si merita”.

Nel frattempo, mentre continua il tira e molla, la stessa Ambretta Cacciaguerra si è da tempo tesserata tra i soci del Movimento Cittadino di Herdonia che da poco si è accreditato come Archeoclub. I volontari di questa associazione locale da tempo si occupano di ripulire periodicamente l’area dalle erbacce, anche contro il parere delle Soprintendenza e anche a smentita di tutti coloro che dichiarano il sito inagibile. Anche quest’anno è stata calendarizzata la rievocazione storica di RivivHerdonia, una rappresentazione con gli abiti dell’epoca che cerca di ricreare i fasti del passato. Per l’edizione 2017 si sta già pensando ad uno spettacolo in notturna, con diverse iniziative parallele e contemporanee. Tutto questo mentre il flusso dei turisti, anche in bassa stagione e anche senza opportune indicazioni, non si ferma mai. Alcuni giungono anche da fuori Italia, lungo gli itinerari dell Via Francigena, per mirare questa testimonianza del passato. Ma per fare ciò, per il momento, bisognerà ancora citofonare ad Ambretta.

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