Ti sei mai chiesto come il pazzo del villaggio sia diventato così? Quale leggenda delle mille che hai sentito su di lui sarà quella vera? Cosa lo spinge ad essere così e soprattutto cosa spinge tutti gli altri a restare indifferenti e infastiditi dalla sua presenza? È stato il figlio, film del 2012 di Daniele Ciprì e tratto dall’omonimo romanzo di Roberto Alajmo cerca di rispondere a queste domande e tante altre ne pone.

Con un Toni Servillo magistrale, viene narrata una storia di emarginazione e difficoltà sociale, di ignoranza e di disperazione. In una Palermo fantasma di istituzioni i personaggi si svincolano in una serie di vicende bizzarre e quotidiane prima di arrivare alla svolta: la morte della piccola di casa manda all’aria tutti gli equilibri e tutte le razionalità, scatenando una serie di vicende che hanno purtroppo dell’assurdo ma che sono maledettamente veritiere.

In tempi come questi, di slogan elettorali e promesse fantasmagoriche, un’opera simile può riportare a galla una priorità non sacrificabile: il diritto di essere cittadini rispettati indipendentemente dal rigonfio del proprio portafogli. Ricco di cliché ironiche e non, la pellicola racconta con una freddezza agghiacciante la realtà del sud e la sua povertà. La lucidità con la quale nessuno scheletro resta nell’armadio ma esce in bella vista e si fa guardare senza aver troppa paura di spaventare. Le musiche che spaziano dai grandi classici come Nino D’angelo e company hanno il loro picco nella scena del primo viaggio in Mercedes di Servillo con “L’impossibile” (link sotto).

Il Ciprì ha utilizzato inoltre due elementi metaforici significativi, ovvero, l’onnipresenza nello spiazzo dove affacciano le abitazioni, di un uomo vecchio, imbronciato e vestito di nero (La morte) e della piccola imbronciata con la quale nessun bambino vuole mai giocare (L’infanzia negata).

Insomma questo film, che si è meritatamente guadagnato svariati riconoscimenti cinematografici, porta con sé un messaggio che mai andrebbe dimenticato: la famiglia è il bene superiore, ma allo stesso tempo costretta da un Sistema sordo può essere la stessa che quel bene lo trasforma in veleno.

 

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