La scelta di leggere questo libro è partita da una frase della quarta che lo definiva così: “Il buio oltre la siepe ha un degno erede”. Ho amato molto il libro di Harper Lee, ormai un classico della letteratura contemporanea, per cui avevo molte aspettative nei confronti di questo libro. Sinceramente sono rimasto un po’ deluso. Leggendo le prime pagine del romanzo di Lauren Wolk sono rimasto colpito da questa storia. Annabelle è una dodicenne che si trova ad affrontare il tema della verità. Vivendo gli anni ’40, nella campagna americana, Annabelle si trova ad affrontare il tema del bullismo e della violenza. Il clima del racconto è onirico, il racconto pieno di descrizioni, gli occhi di Annabelle diventano gli occhi del lettore. La voce del nonno che la rincuora, dandole un racconto di vita, è un incipit davvero molto bello. Eppure la storia non riesce a svilupparsi appieno: tutto è un po’ piatto, la storia non prende davvero il volo, nonostante ci siano colpi di scena e vari elementi che potrebbero dare a questa storia la forza di diventare un classico. Peccato, un’occasione mancata!



Se fosse cibo:
Una torta alle noci, dolce preferito dai protagonisti

Racchiuso in una frase:
Il nostro vecchio capannone mi aveva dato una delle lezioni più importanti che potessi ricevere, ovvero che lo straordinario si può celare nelle cose più semplici. A ogni stagione, il mondo si rinnovava all’interno della stalla e dei depositi. (p. 112)



Edizione Utilizzata:
Lauren WOLK, L’anno in cui imparai a raccontare storie, Salani, Milano 2018

Dove trovare il libro:
E’ facilmente reperibile sui siti dei maggiori e-commerce italiani (lafeltrinelli.it, ibs.it).

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