Appena terminato questo libro, mi è venuto in mente un verso di Caparezza:

“Non mi chiamare più Capa,
chiamami Pala eolica sulla statale
Se per le rime che scrivo (schivo)
provi un trasporto eccezionale”.



Come il vate di Molfetta, di fronte alle pale eoliche, luogo visivo nel quale e attraverso il quale l’opera prima di Francesco Gasbarro gira, ho sentito un trasporto eccezionale. La terra dei giganti è un libro indefinibile, e proprio perché lo è sorprende per la sua scrittura, per la sua varietà, per l’estensione che Gasbarro riesce a proporre nel pentagramma della letteratura. Un giovane passa le giornate sotto una pala eolica, coltura aliena della terra da lui mal sopportata, e scrive storie di tutti i tipi, offrendoci elementi per comprendere il tema delle pale eoliche: dalle avventure del cane Arturo alla distruzione volontaria della proprietà del romano d’adozione Fazio, dall’amore futuristico tra Nick S40 e Marie B29 fino alle riflessioni su problemi reali come desertificazione e inquinamento paesaggistico. Per gli appassionati: un mix tra Vonnegut e il primo Saviano. Da leggere e da regalare!

Se fosse cibo:
Un’insalata di rucola, unica coltura che selvaggia riesce a sopravvivere all’ombra delle pale eoliche.

Racchiuso in una frase:
Tra non molto cercheremo dei luoghi dove il 3G non possa raggiungerci. Alienati come siamo, ci isoleremo apposta per ritrovare noi stessi. Lì, dove niente sarà connesso, avremo ancora la fortuna di riuscire a connetterci con l’esterno che lentamente va scomparendo. (p. 77)

Edizione Utilizzata:

Francesco GASBARRO, La terra dei giganti – Avventure sotto una pala eolica, Scatole Parlanti, Viterbo 2018

Dove trovare il libro:
Ho avuto la possibilità di leggere il libro in anteprima. Presto sarà disponibile in libreria e online, nei maggiori store. Il 13 settembre vi sarà la presentazione: potete trovare tutte le informazioni su www.scatoleparlanti.it



NESSUN COMMENTO

LASCIA UN COMMENTO