Sfidando pioggia e ‘incidenti di percorso’ (come la foratura imprevista di una ruota), le ‘Cicloavventure’ di Nico Maraja, cantautore originario di Lecco trapiantato a Roma, arriveranno prestissimo anche a Foggia, dove il suo arrivo è previsto nel pomeriggio di oggi. Sempre in bicicletta, meteo e chilometri permettendo.



Maraja (all’anagrafe Nicola Maccacaro) è infatti impegnato, in questi giorni, in un tour su due ruote – questa volta tutto pugliese – per la promozione del suo libro Le Cicloavventure. Digressioni e disavventure di un cantautore in bicicletta (Teka Edizioni) che racconta il suo viaggio su due ruote da Roma verso Lecco, ovvero dalla sua città adottiva a quella che gli ha dato i natali. Un viaggio segnato da incontri, prove da superare e tanta, tanta musica. Mille sessantatré km percorsi interamente in bicicletta, affidandosi ben poco al previsto e molto all’imprevisto. Ad arricchire questa nuova avventura, pedalata dopo pedalata, saranno una serie di appuntamenti live nelle città che, giorno dopo giorno, Maraja toccherà. Tra quelle calendarizzate dopo Lecce e Tricase, il 21 novembre appuntamento a ‘Casa Noteum’ a Foggia (ore 20.30), dove si esibirà anche il 23, al Piccolo Teatro (ore 21.00). Poi, salutato il tacco d’Italia, si andrà in volata a Roma il 29 novembre (L’altracittà ore 18.30) e Rieti il 30 (Libreria Moderna ore 18.30).


Un diario dal sapore un po’ beat, che alterna pagine scritte a un anno di distanza come se ci fosse un “prima” e un “dopo”, e che descrive incontri, avventure, disavventure e riflessioni di un cantautore alle prese con nuove emozioni e molte domande. Fino a dove bisogna spingersi per inseguire i propri sogni? E se si lasciano andare, sarà stato perché non era la strada giusta o perché non si è avuto il coraggio di portarli fino in fondo? Nico ha sempre seguito le sue passioni, prima fra tutte la musica. Ed è proprio la musica il filo conduttore del suo viaggio che, come la playlist di una rockstar, invita il lettore a vivere ogni momento con il giusto stato d’animo, condividendo la gioia dell’ospitalità di uno sconosciuto o la fatica di una salita sotto la pioggia sferzante. Ed è proprio l’incontro la forza motrice di questo viaggio, inteso come desiderio di affidarsi agli altri e a ciò che un essere umano può dare per il solo intento di avere fatto qualcosa di buono.

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