“Chi lascia fare e si accontenta è già un fascista”. Scomodano persino Cesare Pavese i Giovani Democratici di Foggia, che a 80 anni dall’emanazione delle leggi razziali, organizzano un’iniziativa per dare la parola a coloro che ottanta anni fa non la ebbero e ora sono cenere nel vento. L’evento, dal titolo “Io giovane antifascista: a 80 anni dalle leggi razziali”, si svolgerà venerdì 30 novembre alle ore 18.30 presso il “Long Island” di Foggia.



“Salvarli dall’oblio è un debito storico verso i cittadini di allora. È soprattutto nostro compito, oggi, respingere la tentazione dell’indifferenza verso le ingiustizie e le sofferenze che ci troviamo di fronte, essere più avvertiti delle responsabilità che ciascuno ha verso gli altri”, si legge nel comunicato dell’iniziativa.
Diversi saranno gli interventi che si alteneranno nel corso della serata: Bernard Dika (Alfieri della Repubblica), Michele Galante (Anpi), Domenico Lamarca (Centro Baobab Foggia), Stefano Pastucci (Federazione degli Studenti).
Le leggi razziali fasciste, come noto, furono un insieme di provvedimenti legislativi e amministrativi (leggi, ordinanze, circolari) applicati in Italia fra il 1938 e il primo quinquennio degli anni quaranta, inizialmente dal regime fascista e poi dalla Repubblica Sociale Italiana.




Furono prevalentemente contro le persone di religione ebraica. Il loro contenuto fu annunciato per la prima volta il 18 settembre 1938 a Trieste da Benito Mussolini, da un palco posto davanti al Municipio in Piazza Unità d’Italia, in occasione di una sua visita alla città. Furono abrogate con i regi decreti-legge n. 25 e 26 del 20 gennaio 1944, emanati durante il Regno del Sud.

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