E’ di pochi giorni fa la notizia che Foggia è stata implacabilmente relegata al penultimo posto nell’ultima analisi sulla qualità della vita nelle province italiane. Un risultato che di certo non aiuta un territorio da anni vessato da vari problemi di natura sociale e dall’alto tasso di disoccupazione. Sarebbe proprio la mancanza di lavoro uno dei fattori che incide maggiormente in questo senso.


Tuttavia, se il suo mercato sembra fermo e per il momento non arrivano aiuti dall’esterno, i nostri giovani, particolarmente colpiti da questa condizione, non vogliono arrendersi di fronte alle impossibilità contingenti e provano a lavorare per un proprio futuro. Molti giovani (ed anche meno giovani in verità, non solo foggiani) stanno esplorando nuove prospettive per “reinventarsi” professionalmente o in certi casi a inventarsi letteralmente un lavoro.

Alcuni, grazie anche ad incentivi da parte delle Regioni, stanno per esempio “ritornando” al lavoro della terra calandosi nel settore dell’agricoltura, da sempre fonte di reddito principale di queste terre, anche grazie all’aiuto delle nuove tecnologie. C’è chi crea la sua azienda e una propria occupazione dal nulla come nel caso di Ciro Fazi, giovane di Orta Nova, che ha avuto l’idea del lavaggio a vapore per le auto a domicilio e rappresenta sicuramente un successo delle nuove idee imprenditoriali della provincia.

Per non restare fermi e poter continuare a crescere bisogna quindi rimboccarsi le maniche ed investire su se stessi, anche nei modi più disparati. Era di qualche tempo fa la notizia del giovane Fabio di Foggia che all’epoca lavorava come pizzaiolo e vinse 25.000 Euro in un torneo di poker. Lo stesso dichiarò di volere utilizzare tale cospicua vincita per gettare le basi per costruire il proprio futuro e realizzare i propri sogni, come tanti altri suoi coetanei.

Se da un lato, dunque, c’è chi resiste, lotta, prova costantemente a ricercare e trovare nuove fonti di lavoro e di guadagno nell’ottica di restare in loco in comunione con il proprio territorio, dall’altro resta il viaggio verso città e paesi con migliori condizioni e
opportunità professionali. L’emigrazione infatti tende ad aumentare e il flusso, che un tempo era soprattutto verso le ricche città del Nord come Milano, Torino, Treviso, Bologna, da alcuni anni ha iniziato a dirigersi sovente anche all’estero.

CatturaI pugliesi in giro per il mondo sono ormai tantissimi. Si stima che solo i foggiani all’estero siano circa 67.000. Più che una fuga dal proprio territorio, è un’autentica ricerca di maggiori spazi e concrete opportunità altrove.Inoltre, oggi il lavoratore ha sicuramente maggiori possibilità di realizzarsi in altri paesi rispetto alle generazioni immediatamente precedenti. I voli low-cost, internet, la presenza di folte comunità in diverse zone europee ed extraeuropee, hanno portato a facilitare molto lo scambio di informazioni ed eventuali occasioni lavorative e di business. I giovani che oggi vanno all’estero sono più istruiti e preparati e si distinguono per le loro capacità in diversi campi. Sono i nuovi “expats”, come vengono definiti generalmente. C’è chi inizia nelle tante multinazionali del terziario in paesi come Londra, Dublino, Berlino ma anche nei paesi del Centro-Est Europa come Repubblica ceca e Polonia, facendo poi carriere di ottimo livello cui altrove, in primis in Italia, non avrebbero potuto affatto aspirare.



Nel settore della ricerca ricordiamo un altro foggiano, Umberto Berardi, che ha lavorato negli Stati Uniti e in Canada ed è stato tra i grandi giovani cervelli finalisti del Franco Strazzabosco Award for Engineers degli ISSNAF Award nel 2016, focalizzando la propria attività sul  rendere gli edifici termicamente isolati in modo che possano risultare vivibili in “regime passivo”, senza l’aiuto di macchine. Un altro settore è quello della ristorazione, nel quale i nostri giovani continuano ad eccellere  grazie ad un forte e spiccato spirito imprenditoriale che in verità non è mai mancato alla nostra gente. All’estero l’apertura di un ristorante, bar o esercizio commerciale è molto più semplice e spesso, in breve tempo, diventa fonte di grande soddisfazione economica e personale.

Infine c’è anche chi decide, dopo un’esperienza lontano dalla propria città e famiglia, di tornare a casa e lo fa in modo del tutto insolito. Dopo la laurea in Ingegneria al Politecnico di Torino, il foggiano Giovanni Forcelli ha sentito la necessità di rifare il cammino che per cinque anni lo ha separato dalla sua città natale: a piedi. Lo ha fatto per capire ed avere il vero senso dell’effettiva distanza tra le sue due realtà di vita e, chissà, provare magari a mettere a frutto ciò che ha imparato per far crescere la propria terra. Che restino in zona, che viaggino per studio o si collochino all’estero, i nostri giovani non intendono quindi restare con le mani in mano ma si adoperano per un futuro migliore con abnegazione e creatività. Questo è il dato che dovrebbe maggiormente confortarci e renderci orgogliosi della nostra forza, nonostante una situazione certamente complicata da Nord a Sud dello stivale.

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