Nelle carte dell’inchiesta a carico di Tiziano Renzi e Laura Bovoli, genitori dell’ex premier Matteo Renzi, spunta anche il nome del commercialista di Carapelle, Massimo Curci. A rivelarlo è ilFattoQuotidiano.it, con un focus sul giro di società fittizie riconducibili ai Renzi.



Sotto la lente di ingrandimento ci sono anche due coop foggiane (la Quick e la Link di Carapelle) che, come si legge sul giornale di Travaglio, sono ritenute inesistenti. L’intermediario di questa operazione “dal 2013 al 2016 risulta essere Ruggiero Massimo Curci – scrive il gip – che aveva numerosi precedenti penali per reati tributari e societari”. Le due coop hanno emesso fatture in favore della Marmodiv (società legata ai Renzi) rispettivamente per 42.443 euro e per 34.191 euro ma quando la guardia di Finanza di Foggia ha effettuato un sopralluogo nella sede dichiarata delle società, non ha trovato nulla, se non un mero recapito.



Dei titolari, spesso stranieri, uno non sapeva nemmeno di esserlo: si è poi scoperto che non era lui a mentire, ma la ditta a essere un falso. Questi sono i dettagli che stanno emergendo dalle carte dell’ordinanza del gip Angela Fantechi che ha concesso l’arresto ai domiciliari per i genitori dell’ex premier, accusati di bancarotta fraudolenta e, appunto, false fatture. Il conto, per tutto il giro di affari scoperto, sarebbe di 65 fatture per operazioni inesistenti o gonfiate con un valore complessivo di quasi 725mila euro. 

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