Il vuoto, lo spazio, l’essenza della vacuità sono, a mio avviso, i protagonisti di questo romanzo. Scritto da un giovane Philip K. Dick, “Il paradiso maoista” è il romanzo del vuoto. La trama: per affrontare l’avanzata dell’esercito maoista, una multinazionale americana proprietaria di un vasto stabilimento decide di dismettere tutto, ritrasferire i suoi dipendenti negli Stati Uniti, lasciando solo tre persone che facciano da guardia in attesa delle truppe di Mao. Il caso sceglie Barbara, Verne e Carl. Barbara e Verne hanno un passato torbido tra loro con episodi irrisolti, Carl è un giovane innocente che vede il bene in tutto. Nel vuoto degli spazi enormi e nel tempo indefinito che vi è tra loro e l’arrivo dei cinesi, si sviluppano dinamiche di conoscenza e di istintualità che si inseriscono nel vuoto del tutto. Pur essendo il primo Dick, si nota già una scrittura profonda e la sua capacità introspettiva riempie il vuoto del tutto. Un po’ acerbo, ma sicuramente da leggere!



Se fosse un cibo: 
Delle cialde a colazione: un grande desiderio di Carl, che però non viene mai realizzato…
Racchiuso in una frase:
“[…] Oggi dobbiamo festeggiare.” “Festeggiare cosa?” “Il pieno e completo possesso del mondo” “Davvero?” “Be’, è questo il nostro mondo” spiegò Carl indicando le montagne che circondavano la proprietà della Compagnia. “Che ne sappiamo di loro? Non fanno parte del mio mondo, né del tuo, no? Come la luna. La puoi vedere, ma non è la stessa cosa che viverci. Si può credere in qualcosa simile a un disegno appeso nel cielo chissà da chi? In realtà, il nostro mondo finisce dove cominciano quelle montagne. Ai confini della proprietà della Compagnia.”  (p. 132)
Edizione Utilizzata:
Philip K. DICK, Il paradiso maoista, Fanucci, Roma 2013.



Dove trovare il libro:
E’ facilmente reperibile sui maggiori e-commerce italiani (mondadoristore.itamazon.itibs.it) e nelle bancarelle online dell’usato (www.comprovendolibri.itwww.abebooks.it)

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