Una foto che si muove. Ma non come in Harry Potter in cui le foto fanno quasi un mezzo boomerang, ma una foto si spoglia del suo essere oggetto per diventare cosa viva e in evoluzione. Un lunghissimo piano sequenza mette in movimento un ricordo impresso in un’immagine che prende vita d’improvviso e racconta una storia. Alfonso Cuarón, regista e de facto padre dell’opera della quale ha anche curato la fotografia rendendola la vera protagonista del film, con grazia infinita ci riporta indietro nel tempo alla ricerca di cose difficili da ricordare ma impossibili da dimenticare.



Negli anni ’70 di una Città del Messico viva e decisamente movimentata, il focus si concentra su di una famiglia borghese attraverso lo sguardo della loro domestica Cleo, una ragazza semplice e dolce, capace di non manipolare gli eventi a seconda del proprio punto di vista, anzi: la sua visione del mondo è un filtro di purezza assoluta che permette al film di avere un punto di vista assolutamente pulito, neorealista per l’appunto, inteso per ciò che idealmente ha sempre significato, ovvero, la narrazione di vite comuni, semplici, lontane da qualsiasi artefazione che comprometterebbe il quado di insieme.

Colonna portante di quest’opera è il suo bianco e nero digitale, luminoso e completamente moderno, capace di conferire una luce di verità assoluta di rara bellezza. Roma indiscutibilmente è un film fuori dagli schemi ordinari del cinema moderno, privo di una trama ricca e incalzante. Anche la sceneggiatura riveste un ruolo marginale rispetto ai soliti canoni, rispecchiandone invece quelli neorealisti.

A dimostrazione che per creare un’opera credibile e di senso compiuto oltre alle innovazioni, serve il talento di creare per creare un film che pur essendo una voce fuori dal coro resta non puoi ignorarne l’esistenza. Aggiudicandosi ben tre statuette da parte dell’Accademy, Roma raggiunge anche un altro ed importantissimo traguardo: portare un film Netflix agli Oscar e vincerne tre tra cui quello per la categoria Miglior Film, il più ambito. Un record senza precedenti.



A dispetto di chi ha dissentito per la mole di riconoscimenti ricevuti, ci terrei a precisare che la tecnica in cinematografia è un’arte che affascina una cerchia di persone a cui piace andare oltre il semplice film fatto bene e basta: ci sono film che vanno guardati come si guarda un Tiziano in un museo con stupore ed ingenuità. Roma è uno di questi, disponibile su Netflix in 4k. *guardare con cautela e rispetto*

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