“Resta aperto e proficuo il dialogo tra la Soprintendenza di Foggia e l’Amministrazione Comunale di Ordona per l’allestimento del locale Museo civico archeologico”. Così il Ministero per i Beni e le Attività Culturali ha risposto all’Interrogazione presentata dalla parlamentare foggiana M5S, Rosa Menga e che aveva per oggetto proprio il futuro del Museo di Ordona e degli importanti reperti recuperati nelle sue necropoli. A chiedere l’intervento di Rosa Menga, l’assessore ai Beni Culturali del Comune di Ordona. Si tratta di una vicenda burocraticamente complessa che nasce con l’aggiudicazione nel 2013 di un finanziamento di 750.200 euro per la realizzazione del Museo civico denominato «Herdonia Museo Archeologico».


La somma finanziata non comprendeva – spiega Rosa Menga nella interrogazione – “né il progetto scientifico di allestimento né la spesa per il restauro e la musealizzazione dei reperti. Per tale motivo al momento dell’inaugurazione e a tutt’oggi il museo civico di Ordona si presenta spoglio, sebbene le campagne di scavo iniziate nel 1962 abbiano riportato alla luce numerosi reperti archeologici, quali il «Tesoretto di Ordona», che consta di ben 147 monete d’oro attualmente in deposito presso il Museo di Taranto e in attesa di valorizzazione museale, e i «Ricami del guerriero», frammenti di tessuti decorati, i più antichi rinvenuti in Italia, risalenti ai primi decenni del IV secolo a.C., custoditi a Roma presso l’istituto superiore del restauro ma destinati al rientro in Puglia.”

Così come confermato dalla risposta all’interrogazione da parte del Ministero “il Comune di Ordona, dal giugno dello scorso anno, ha inoltrato successive richieste di deposito dei materiali provenienti dall’area archeologica. Poiché, come noto, i reperti sono di proprietà statale, la competente Direzione generale ha più volte precisato che «la fase istruttoria per il provvedimento di deposito dei reperti di competenza potrà essere avviata solo previa richiesta, corredata dal progetto scientifico e dal progetto di allestimento, da indirizzare alla Soprintendenza stessa». La competente Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Barletta-Andria-Trani e Foggia ha tuttavia riferito che la documentazione necessaria per l’avvio dell’istruttoria di competenza in merito al deposito di reperti archeologici di proprietà statale non risulta essere stata ancora trasmessa.

“Alla base della mancata trasmissione della documentazione – spiega Rosa Menga – il fatto che dopo aver commissionato il progetto scientifico all’archeologa Julia Angelika Maria Ruckl con l’intenzione di annoverare tra i reperti da esporre il “Tesoretto” ed i “ Ricami del guerriero”, il Comune di Ordona ha saputo della pubblicazione del bando per l’affidamento dell’allestimento del museo di Manfredonia, in cui è comparso un riferimento a una teca destinata a contenere proprio i «Ricami del Guerriero».

A quel punto il progetto scientifico è stato sospeso nel timore che, essendo orientato all’inclusione dei due reperti – la cui conservazione richiede la realizzazione di teche speciali e costose – la Soprintendenza potesse bocciarlo, con un ulteriore aggravio di spesa ed ulteriore ritardo nell’allestimento del Museo. Per cercare di sbrogliare questa intricata matassa, Rosa Menga si è fatta portavoce delle richieste del Comune di Ordona presso il Ministero per i Beni e le Attività Culturali per conoscere “lo stato dei procedimenti relativi alle richieste presentate alla Soprintendenza per l’aggiudicazione del «Tesoretto di Ordona» e dei «Ricami del Guerriero» e di conoscere – qualora le sedi di assegnazione fossero già state individuate – quali siano i musei di destinazione di tali reperti”, così da poter sbloccare lo stallo dovuto all’incertezza e rimodulare il progetto scientifico.

Dal Ministero fanno sapere che: “Il tesoretto di monete auree è conservato nel medagliere del Museo Archeologico di Taranto in ragione della presenza, in quella città, della Soprintendenza Archeologia che ivi esercitava le attività di tutela e conservazione dei beni archeologici. Per quanto riguarda i reperti in tessuto, occorre precisare che l’esposizione dei reperti stessi presso il Museo Archeologico Nazionale di Manfredonia era stata prevista nell’ambito dei progetti finanziati dal programma PON “Cultura e Sviluppo” FESR 2014/2020, con la conseguente previsione di acquisto di una specifica vetrina climatizzata.

Al fine quindi di beneficiare dei finanziamenti previsti, il competente Polo Museale della Puglia e l’Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro hanno inteso proseguire nell’adozione di tutti i provvedimenti necessari per il trasferimento e il deposito dei reperti in questione presso il Museo Archeologico Nazionale di Manfredonia. Resta nondimeno sempre aperto e proficuo il dialogo tra la Soprintendenza di Foggia e l’Amministrazione Comunale di Ordona ed in particolare “la piena disponibilità per l’allestimento del locale museo civico archeologico”.



Una risposta con cui si fa finalmente chiarezza sulla destinazione dei reperti e che, per quanto lasci senza dubbio l’amaro in bocca, permetterà finalmente al Comune di Ordona di completare e presentare il progetto scientifico alla Soprintendenza e di avviare l’allestimento delle teche con i reperti ancora da catalogare e tra i quali non si esclude possano celarsi altri tesori archeologici. Sebbene il “Tesoretto” ed i “Ricami del guerriero” siano destinati a Musei diversi da quello di Herdonia, dal Ministero sottolineano come “la stessa Soprintendenza abbia ribadito che si possa pervenire ad un compiuto allestimento sulla base del rilevante materiale che essa custodisce nei depositi e che l’eventuale fruizione ad Ordona dei citati reperti in tessuto dalla Tomba 382/2012 e del tesoretto di monete auree possa essere oggetto di successivi e specifici accordi, da definirsi d’intesa con gli altri Istituti del Ministero cui i reperti sono ora assegnati, così come proficuamente sperimentato in altre analoghe esperienze.”

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