Tiresia è un personaggio d’altri tempi. Le vicissitudini mitologiche ci raccontano di una persona sia donna che, prima e dopo, uomo. Una persona che vede il futuro pur essendo cieca. Una persona che vive varie vite per inserirsi nelle stesse dinamiche del suo tempo. Uso volutamente il termine “persona” perché Camilleri in questo testo, trascrizione dello spettacolo teatrale messo in scena l’11 giugno 2018 al Teatro Greco di Siracusa, rende Tiresia un personaggio vivo e diventa egli stesso Tiresia. Non è un attore che interpreta il mito ma è l’artista, lo scrittore, lo sceneggiatore, l’uomo che si ritrova ad essere una delle esistenze di Tiresia, con le sue debolezze e le sue forze, con le fragilità comuni a tutti gli esseri umani. Come Tiresia, Camilleri diventa un personaggio senza tempo: cieco, prova a intravedere il futuro e da intellettuale, con la sua arte, a rimanere nella storia. Lo scrittore muta, da persona si fa personaggio. Camilleri, ormai, è di tutti!

Se fosse cibo:
Pasta ‘ncasciata, il piatto preferito di Camilleri: pasta la forno con melanzane, prosciutto e formaggio.

Racchiuso in una frase:
Diventare donna non significa solo perdere gli attributi maschili e ricevere in cambio quelli femminili, è qualcosa di più sconvolgente. Vale a dire ricevere un cervello di donna. E questo mi atterrì. Meglio non conoscere a fondo i pensieri che possono agitare la mente di una donna. Un cervello affollatissimo: piccole esigenze quotidiane convivono accanto a grandi quesiti universali, un flusso continuo di cose da fare e altre da pensare. Tutto questo sempre in contemporanea, senza requie, senza riposo. Un inferno! (p. 14)

Edizione utilizzata:
Andrea CAMILLERI, Conversazione su Tiresia, Sellerio, Palermo 2019.

Dove trovare il libro:
E’ facilmente reperibile in tutte le librerie e sui siti dei maggiori e-commerce italiani (lafeltrinelli.itmondadoristore.itibs.it).

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