Parlare di Molière è parlare di un autore che ha in qualche modo rivoluzionato l’arte di scrivere. Il teatro di Jean-Baptiste Poquelin – questo il vero nome del drammaturgo francese – ci racconta di vizi e virtù dell’uomo, mettendoci in guardia dal perbenismo di facciata. Nel Tartufo si racconta di un signore che viene preso in giro da un sedicente uomo di fede, che si rivelerà in realtà un losco figuro. Nel malato immaginario, forse l’opera più famosa di Molière, il protagonista Argante vuole dare in sposa sua figlia al figlio di un medico così da avere un medico in famiglia che si prenda cura di tutte sue le malattie immaginarie. È una critica forte alle nevrosi della società dell’epoca e alle pseudo scienze che a quel tempo venivano diffuse. Siamo nella seconda metà del ‘600 e Molière affronta alcune tematiche con una modernità stupefacente: la truffa, il diritto delle donne di potersi scegliere il marito, l’importanza della scienza contrapposta alle credenze e alla retorica sono solo alcune di esse. Degno di nota, l’espediente di autocitarsi nel malato immaginario in una forma di meta-teatro che colpisce ancora oggi. Due opere davvero eccezionali, da leggere e se possibile anche da gustare a teatro.

Se fosse cibo:
una tisana che purifica, che fa digerire, che libera le vie respiratorie… insomma una tisana che guarisce tutto e tutti!

Racchiuso in una frase:
BERALDO. Ma è mai possibile che voi siate innamorato dei vostri farmacisti e dei vostri dottori, e che vogliate esser sempre malato, a dispetto di voi stesso e della natura?
ARGANTE. Come sarebbe a dire, fratello mio?
BERALDO. Sarebbe a dire, Argante, che io non conosco nessuno che sia meno malato di voi, e che non potrei desiderare una costituzione più robusta della vostra. E la miglior prova che voi state bene e che avete un fisico perfetto è che con tutte le cure che avete fatto non siete ancora riuscito a rovinarvi la salute, e che non siete ancora crepato, con tutti i rimedi che vi han fatto prendere!
ARGANTE. Ma non sapete, dunque, che è proprio questo che mi conserva, e che il dottor Purgone dice che io morirei, se egli rimanesse soltanto tre giorni senza curarmi?
BERALDO. Se non state attento, vi curerà tanto bene che vi manderà all’altro mondo. (p. 134)

Edizione utilizzata:
MOLIÈRE, Il Tartufo – Il malato immaginario, San Paolo (Ed. speciale per Famiglia Cristiana) su licenza Mondadori, Alba (CN) 1999

Dove trovare il libro:
E’ facilmente reperibile in tutte le librerie, sui maggiori e-commerce italiani (mondadoristore.it, ibs.it) nelle bancarelle online dell’usato (www.comprovendolibri.it, www.abebooks.it)

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