Diffondiamo integralmente la nota del sindacato autonomo della polizia penitenziaria (SAPPE) in merito alla tragedia scaturita dal folle gesto omicidia dell’assistente capo – Ciro Curcelli – in servizio presso il carcere di Foggia.


Proprio qualche giorno fa il SAPPE denunciò la situazione di grande stress e disagio a cui sono sottoposti i poliziotti penitenziari in servizio a Foggia e nell’intera regione Puglia che è la più affollata della nazione. Per 1400 euro – continua il sindacato – al mese si può essere massacrati dai detenuti, impunemente, si è costretti a lavorare in condizioni inumane con carichi di lavoro impossibili poiché un solo poliziotto deve occupare più posti di servizio contemporaneamente nonché gestire centinaia di detenuti da soli.

Ora diranno che era un matto, che non stava bene con la testa, che non è possibile che una persona arrivi a porre fine alla vita delle proprie figlie e della moglie per poi ammazzarsi con la pistola d’ordinanza. No non era così poiché i tanti colleghi di Foggia che lo hanno conosciuto e lavorato insieme, lo descrivono come “una persona seria, perbene, un po’ introverso”, scrivono e continuano parlando della situazione del carcere foggiano:

“Il carcere di Foggia è uno dei più malmessi a livello nazionale, nonostante sia situato in un zona a grande presenza delinquenziale, perché la carenza di personale di polizia penitenziaria è drammatica eppure nulla si muove, nonostante le varie denunce del SAPPE che restano lettera morta”.

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