Per tutta la vita, non ho mai saputo se esistessi veramente. Ma io esisto. E le persone iniziano a notarlo.

Non si sentiva un tale clamore dai tempi del Il Gladiatore (che ha qualcosa in comune anche con questa pellicola) un consenso davvero unanime. È il fenomeno del momento, tutti l’hanno visto, commentato ed osannato. Joker, è una storia intensa, monografica, potente. Ed è proprio nella potenza che risiede il suo successo. Il regista Todd Philips abbandona la saga di Una notte da leoni e cambia del tutto registro. Senza sbavature, incidenti di percorso. Il suo film è una bomba.


Grazie anche assolutamente ad un Joaquin Phoenix trasformato che veste i panni di un cattivo super noto ed amato e quindi difficile da replicare in una veste nuova. Ma il confronto con i precedenti ne esce vincente. La sua bravura ha influito prepotentemente sulla ben riuscita della pellicola, questo ormai è indiscusso.

Attraverso un percorso brutalmente all’indietro risaliamo alle origini della vita di Arthur Fleck, un uomo annientato dall’emarginazione, dal rifiuto e dall’insoddisfazione. A totale rappresentazione che il male ha un peso, non sparisce, non si dissolve nel tempo. Il male chiede il conto dello scompiglio che ha creato senza stare a badare alla morale, all’emozione. E chi subisce quel tipo di solitudine, solo di fronte al male, inerme, dapprima resta impietrito, spaventato. Ma lo spettatore attende il punto di rottura, il momento fatidico in quell’immobilità ha lasciato il posto alla rabbia cieca che ha dato inizio alla storia che già si conosce.

Una storia in cui si cerca di spiegare la nascita del cattivo, la persona che era prima di arrivare alla cruda cattiveria. In una Gotham City modernamente post apocalittica, l’insensibilità sociale viene mostrata con una mostruosità perfetta. Tutto nella composizione di questo film viaggia sulla stessa lunghezza d’onda. Una regia moderna ma non scontata. Un attore che ha alzato la sua personale asticella di perfezione. Le musiche poi sono indescrivibili. L’islandese Hildur Guðnadóttir, appena saltata alla ribalta dopo aver curato anche le musiche della serie Chernobyl, ne conferiscono il tocco magico. Una magia reale, quasi tattile che sembra provenire dal sottosuolo, del tutto naturale. Insomma, dopo tanto tempo sono uscita dal cinema consapevole di aver visto un film che resterà nella storia. Un film che come un viaggio ti porta in posto e ti fa cambiare per sempre prospettiva.

Playlist della soundtrack, incandescente.
https://www.youtube.com/watch?v=f4RJLJ8BfoI&list=PLohYzz4btpaTAsKbs0OC_TcpCV2odYVx6

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