L’ennesimo caso di abusivismo tiene in scacco da mesi questo importante pezzo di città, questo luogo pubblico tra i rari parchi urbani di Foggia, che, dopo anni di abbandono e degrado, stava per giungere finalmente a un punto di svolta positiva. La riqualificazione è attesa dalla comunità da molto, troppo tempo, e, invece, resta nel guado dell’immobilismo a causa di un’altra occupazione abusiva, l’ultima di una lunga serie che di fatto impedisce il progredire dei lavori che avrebbero dovuto rigenerare questo prezioso bene pubblico, dalle grandi potenzialità mai davvero valorizzate, restituendolo alla città in termini di un grande centro polisportivo all’aperto.


Dopo aver ricevuto, il 7 maggio scorso, con delibera del Comune di Foggia, la concessione dell’impianto Pantanella, il Consorzio Consport (costituito da associazioni locali con grande esperienza nel settore dello sport, della salute e del benessere) era pronto a partire con il piano di riqualificazione che prevede la realizzazione di una “cittadella dello sport” a cielo aperto. Il capoluogo dauno potrebbe avere un centro polisportivo all’avanguardia, pensato secondo i più elevati standard europei, nel cuore della Macchia Gialla, ma è costretto ancora una volta a fare i conti con l’illegalità.

CatturaLa possibilità a tutti i cittadini di godere nel migliore dei modi di un prezioso parco pubblico attraverso l’attività fisica, il benessere, la socialità e il sano intrattenimento è negata dall’abusivismo. La struttura-spogliatoio, appartenente all’area di concessione, già a partire dall’8 maggio, e per tutta l’estate, è stata oggetto di ripetuti atti vandalici e gravi episodi di danneggiamento, tra cui un incendio e diversi tentativi di effrazione da parte di ignoti che hanno provato, a più riprese, ad intordursi (defecando anche all’interno del manufatto) rompendo non solo le finestre ma anche il muro di protezione sulla porta d’ingresso che era stato edificato dal Consorzio Consport per mettere in sicurezza i locali in attesa di partire con i lavori di riqualificazione.



Episodi verificatisi tutti in pieno giorno, in totale assenza di un controllo delle istituzioni sull’area. Episodi a cui il consorzio – che aveva anche provveduto ad impiegare un vigilante nelle ore notturne, a partire dalla data dell’atto di concessione – ha dovuto ottemperare ricostruendo, di volta in volta, le protezioni danneggiate. Fino a quando, il 16 settembre, è stato “messo il cappello” sullo stabile: una vera e propria occupazione, tuttora in corso, da parte di una famiglia che nel frattempo ha pure eseguito lavori abusivi e ad uso personale, domestico, sul bene pubblico. Avvenimenti – compreso quest’ultimo eclatante, anch’esso avvenuto in pieno giorno – tutti denunciati dal consorzio alle autorità competenti: in attesa di un provvedimento che ristabilisca la legalità sull’area, ma di cui, a tutt’oggi, non si intravede il benché minimo segnale.

Ferme restando l’emergenza abitativa e la tutela dei minori eventualmente coivolti in questa occupazione, il Consorzio Consport resta allibito, sgomento, davanti a tutto ciò, davanti a tanta illegalità e ad altrettanta inefficienza delle istituzioni in merito al rispetto delle regole, alla tutela dell’ordine pubblico e del bene comune. Inefficienza che si esplica in una pesante e prolungata assenza di presidi di legalità e pattugliamenti di vigilanza sull’area Pantanella, dove di conseguenza, come non bastasse, hanno modo di proliferare da anni episodi di malcostume e di criminalità (dagli scooter che scorrazzano indisturbati ad alta velocità, a pochi passi da bambini e famiglie con passeggini, fino allo spaccio di droga e ad episodi di furto, rapina e aggressione, passando per il vandalismo e la deturpazione del bene pubblico).

Il Consorzio Consport esprime rabbia e incredulità nel constatare l’inerzia, da parte delle autorità preposte, nel garantire il regolare svolgimento della “cosa pubblica” e forti perplessità e dissenso in merito a questa nuova occupazione abusiva che, per di più, apre lo spiraglio ad altre logiche di natura opaca, quando non criminosa. Episodi del genere, affatto nuovi alla città di Foggia, continuano ad alimentare la cultura “delinquenziale” dell’impunità, del sopruso del singolo sulla collettività, creando non pochi problemi di varia natura, dal mantenimento dell’ordine pubblico al degrado socio-ambientale delle aree illegittimamente occupate. Il forte rammarico sta anche nell’estrema difficoltà in cui siano costretti a versare i gruppi di lavoro, le energie e i movimenti vitali della città che vogliano restituire salute e bellezza a Pantanella, provando a contribuire all’innalzamento della qualità della vita di Foggia, come accade nelle più avanzate città d’Italia e d’Europa, dove i cittadini hanno la possibilità di praticare sport (attività, manifestazioni, gare, tornei e iniziative di tennis; calcio; basket; pattinaggio; bocce; minigolf; fitness; yoga; podismo) in totale sicurezza e nel solco della valorizzazione dei più importanti polmoni verdi urbani, così come prevede il progetto di Consport.

I cittadini del capoluogo dauno, che da anni aspettano questa opportunità, continuano, invece, a dover fare i conti con la prepotenza di pochi, la stessa che tiene in ostaggio Pantanella martoriando continuamente l’area, privandola di una piena e sana frenquentazione da parte di
tutta la comunità. Il piano di riqualificazione di Consport, in totale legittimità di diritto amministrativo, andrebbe realizzato senza ostacoli di sorta, e, per di più, oltre a “ripulire” l’area, arginando i deprecabili fenomeni di cui sopra, contribuirebbe alla creazione di nuovi posti di lavoro, rafforzando il tessuto socio-economico del territorio, così come hanno già dimostrato recenti esperienze in città di virtuosa sinergia tra il pubblico e il privato. Esperienze in cui soggetti della rete del privato sociale locale sono riusciti a riqualificare egregiamente importanti parchi pubblici cittadini, resuscitandoli da stati di cancrena pluridecennale e restituendoli alla Foggia per bene. Ma fin quando le istituzioni continueranno a girare lo sguardo dall’altra parte, almeno a Pantanella, tutto questo non sarà possibile. L’incubo del degrado continuerà a regnare.

Comunicato Stampa

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